ROMA – “La delega fiscale è stata approvata all’unanimità dal Consiglio dei ministri, quindi ora cambiarla è difficile”. Le parole pronunciate lo scorso 18 febbraio da Mario Draghi erano state chiare. E tornano d’attualità dopo lo stop per un soffio in Commissione Finanze della Camera dell’emendamento soppressivo depositato dai partiti di centrodestra dell’art. 6, quello relativo alla revisione del catasto.
La votazione si chiude sul filo (23 voti contrari, 22 favorevoli, nessun astenuto) dopo una giornata ad alta tensione, vissuta tra riunioni di maggioranza e confronti col governo per tentare una possibile mediazione in grado di accontentare tutti, o quasi. Nemmeno la telefonata che il premier fa a Silvio Berlusconi, andata in scena prima del ‘redde rationem’ nella commissione presieduta da Luigi Marattin (che per prassi non ha votato), riesce a sbloccare l’impasse.
“La tassazione sulla casa è una nostra battaglia identitaria, col mio governo ho tolto l’Imu… – le parole del Cav al premier secondo quanto apprende LaPresse -. Quindi è una questione non aggirabile”. Tanto che alla fine, a forza di fumate nere, si imbocca la strada della conta in Commissione, dove al centrodestra manca il voto del rappresentante di Noi con l’Italia, Alessandro Colucci, schierato con il centrosinistra contro lo stralcio della norma.
“Il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto – è l’analisi a caldo del segretario del Pd, Enrico Letta -. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole”. E su quanto accaduto a Montecitorio si sofferma anche il presidente del M5s, Giuseppe Conte, sottolineando che “di fronte a caro-bollette e a caro-benzina mettersi a discutere e rischiare di spaccare la maggioranza sul catasto non ha senso”.
Lega e Forza Italia tuttavia non incassano e rilanciano: “La sinistra impone al governo di aumentare le tasse sulla casa. Non abbiamo parole”. Dalle parti di via Bellerio l’aria che tira però è pesante. Un “esterrefatto” Matteo Salvini, riferiscono fonti della Lega, chiede un appuntamento a Draghi. “Non mi spiego l’insistenza di queste ore sulla revisione del catasto e il conseguente, negativo segnale di un futuro aumento di tasse”, spiega il Capitano al premier dopo le tensioni delle ultime ore nella maggioranza.
Abbiamo “una folle guerra alle porte dell’Europa, per fermare la quale ti abbiamo dato piena fiducia”, aggiunge Salvini per motivare la propria sorpresa. Per la Lega, d’altronde, la battuta d’arresto è pesante. Fino all’ultimo, assieme agli altri partiti di centrodestra di governo, tenta di portare in Commissione un emendamento all’art.6 per modificarlo in maniera netta.
Nel testo – bocciato da Palazzo Chigi quando il capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli lo ha portato all’attenzione del Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio, Antonio Funiciello – veniva messo nero su bianco che “le informazioni rilevate non sono utilizzate né per finalità fiscali, né per il computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente, né in ogni caso per incrementare il gettito fiscale totale, fatta salva l’emersione di base imponibile per effetto delle attività di accertamento ed emersione”.
Nella sostanza, uno stravolgimento complessivo rispetto al testo originario. Un po’ troppo per tenere insieme la maggioranza, e per ottenere il via libera di Chigi.(LaPresse)