MILANO – I killer sono arrivati sotto casa di Girolamo Perna, a Piano Piccolo, poco lontano dal centro di Vieste. Hanno aspettato che il boss 29enne, considerato ai vertici del clan che porta il suo nome, tornasse a casa insieme a un amico. E quando era a portata di tiro, hanno aperto il fuoco.
L’omicidio del boss Girolamo Perna
Quello del boss 29enneè l’ennesimo omicidio di una guerra di mafia che da tre anni insanguina il Gargano. A dare il via alla faida tra la famiglia Perna e gli “scissionisti” del clan Raduano, è stato l’agguato di tre anni fa al boss della zona Angelo Notarangelo. Da allora sono dieci le vittime cadute sotto il fuoco delle famiglie rivali. Una lista a cui si aggiunge una persona scomparsa e altri sei affiliati che sono scampati per miracolo alle pallottole.
La mano della mafia che insanguina il Gargano
Agguati e sparatorie hanno trasformato questo paese di 13mila abitanti – fiore all’occhiello del turismo pugliese e capace di attrarre ogni anno quasi 2 milioni di vistatori da tutto il mondo – nel far west. Al centro della guerra divampata trai clan rivali c’è il tentativo di dominare il traffico di droga proveniente dall’Albania. É proprio il Gargano, infatti, grazie alle sue coste frastagliate, a fornire ai narcos balcanici il perfetto approdo per far arrivare in Italia fiumi di marijuana da rivendere nelle varie piazze, da Nord a Sud della penisola. Ma c’è molto di più.
La tesi degli inquirenti
Secondo gli inquirenti, le due famiglie sono anche in lotta per gestire un giro di racket e estorsioni da diversi milioni di euro e controllare diversi interessi economici sul territorio. Solo pochi giorni fa le indagini della Dda di Bari avevano portato all’arresto di alcuni big delle due fazioni.
Gli arresti non hanno fermato la guerra
Arresti che, però, non hanno fermato la guerra. Anzi. E venerdì sera è toccato a Perna, rampollo in ascesa e sorvegliato speciale dopo essere uscito dal carcere nell’ottobre del 2018. Il boss 29enne è stato ferito con diversi colpi di fucile calibro 12 ad un braccio e all’addome, sotto gli occhi dell’amico che l’aveva accompagnato a casa e che è rimasto illeso. Nella notte è morto all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Le frattempo le indagini dei carabinieri si concentrano sul clan rivale: sono già state eseguiti 5 stub per rilevare i residui di polvere da sparo dalle mani di altrettanti pregiudicati della famiglia guidata dal boss Marco Raduano.
(LaPresse/di Benedetta Dalla Rovere)