Fondi dalla Russia, tra i pro-Putin leghisti spunta D’Amico. La procura indaga su 2 italiani che con Savoini hanno partecipato all’incontro all’Hotel Metropol

Gli inquirenti valutano di chiedere una rogatoria a Mosca per indagare sul flusso di denaro che sarebbe dovuto arrivare al Carroccio in vista delle europee

Foto Stefano Cavicchi / Lapresse 18 Novembre 2016 Mosca / Russia Politica Una riunione con manager russi a Mosca. Presenti Salvini e Savoini

Non solo Gianluca Savoini. Oltre al 55enne sposato con la russa Irina Shcherbinina, ad avere contatti con Mosca per conto della Lega ci sarebbe anche Claudio D’Amico. Il primo è indagato dalla procura di Milano nell’inchiesta avviata dopo gli audio pubblicati su BuzzFeed, riguardanti una presunta trattativa tra Carroccio ed emissari di Putin per ottenere dei fondi in vista delle scorse europee. Il secondo no. A tirare il nome in ballo e ad inquadrarlo sull’asse italo-russo è  il Corriere della Sera.

D’Amico, 53enne, ha preso in moglie Svetlna Konovalova, già interprete di Umberto Bossi. Oltre ad essere assessore al comune di Sesto San Giovanni, con delegala alla polizia locale e ai rapporti internazionali, fa parte dell’Associazione Lombardia-Russia, proprio come Savoini, ma soprattutto compare nello staff del vicepremier, scrive il Corsera, come suo consigliere per le attività strategiche di rilevo internazionale.

Intanto i pm valutano di chiedere una rogatoria a Mosca per indagare sul flusso di denaro che sarebbe dovuto arrivare al Carroccio in vista delle europee. Ad occuparsi del caso sono i sostituti procuratori Sergio Spadaro e Gaetano Ruta, coordinati dall’aggiunto Fabio De Pasquale.

Gli investigatori sono al lavoro per tracciare anche le identità di chi ha partecipato all’incontro all’Hotel Metropol di Mosca. La certezza per i pm è  la presenza di Savoini. Degli altri due italiani si sanno per ora solo i nomi: Luca e Francesco.

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