MILANO – Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, indagati per corruzione internazionale nell’inchiesta a Milano sui presunti fondi russi alla Lega, rinunciano al Riesame. A differenza di quanto deciso da Gianluca Savoini. Lo annuncia in una nota il legale Ersi Bozheku.
Meranda e Vannucci rinunciano al riesame
“A fronte degli elementi messi a nostra disposizione dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano abbiamo riscontrato che vi è esclusivamente versato agli atti l’ormai famoso nastro del ‘Metropol’. Riteniamo che il suo contenuto non configuri un’ipotesi di responsabilità. Pertanto, rinunciamo al riesame reale in relazione al sequestro probatorio. Restando in attesa di eventuali ulteriori indagini della Procura in relazione alle quali ci riserviamo richieste nel merito ed eccezioni procedurali”, si legge.
Prosegue l’inchiesta sui fondi della Lega
“Riteniamo comunque che, in considerazione di quanto sopra, anche all’esito delle attività investigative, sarà confermata l’insussistenza di alcuna ipotesi di reato nei confronti dei signori Meranda e Vannucci”, sottolinea ancora il legale. Che ricorda che “nel nostro ordinamento vige il principio per cui polizia, carabinieri e guardia di finanza possono presentarsi presso l’abitazione di un cittadino in base ad un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Abbiamo proposto istanza di riesame per verificare gli atti posti a fondamento della perquisizione/sequestro oggetto dell’udienza del 5 settembre prossimo. E, in particolare, per appurare la sussistenza di elementi di indagine di specificità tale da consentire, già in questa fase, un confronto dialettico tra accusa e difesa”.
Identificati due russi al Metropol
Intanto, un’indagine congiunta di BuzzFeed, il sito web di giornalismo investigativo Bellingcat e il sito di notizie russo Insider ha identificato due delle tre voci russe ascoltate nella registrazione dell’incontro con Gianluca Savoini all’hotel Metropol di Mosca del 18 ottobre. Si tratta, scrive BuzzFeed, di Andrey Yuryevich Kharchenko e Ilya Andreevich Yakunin.“Hanno legami con il demagogo di estrema destra Aleksandr Dugin e con Vladimir Pligin, un politico profondamente invischiato nella cerchia ristretta del presidente Vladimir Putin”.
L’indagine di BuzzFeed
Né Dugin né Pligin hanno partecipato all’incontro al Metropol del 18 ottobre. Ma una voce nelle registrazioni, non ancora identificata, dice di aver bisogno della “luce verde” di Pligin prima di andare avanti con i negoziati. E il giorno prima dell’incontro, scrive BuzzFeed, Dugin è stato fotografato mentre incontrava Savoini. Mentre Salvini avrebbe incontrato il vice primo ministro russo Dmitry Kozak nell’ufficio di Pligin. Durante l’incontro al Metropol, Savoini, presidente dell’associazione LombardiaRussia, avrebbe cercato di negoziare una compravendita di petrolio da cui far arrivare finanziamenti alla Lega.
(LaPresse)
