ROMA – Fondo monetario internazionale taglia per il 2019 le stime del Pil in Italia mentre resta invariata a +0,9% la crescita per il 2020. Una crescita in ribasso in seguito alla ‘debole domanda interna mentre i rendimenti restano elevati’.
Effetto domino negativo
E secondo il Fondo ”Una prolungata incertezza di bilancio e elevati spread in Italia, soprattutto se associati a una più profonda recessione, potrebbero avere ricadute negative sulle altre economie dell’area euro”. La seconda metà del 2018 è stata particolarmente debole, e questa debolezza si è protratta nel 2019.
Crescita lenta
I timori che restano riguardano gli elevavi livelli di debito: la crescita è debole. Lo afferma il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, parlando dell’Italia ma senza commentare l’ipotesi di una flat tax. ”Dobbiamo attendere i dettagli”
Pil mondiale in ribasso
L’economia mondiale rallenta: il Fondo monetario internazionale, stima una crescita del 3,3% quest’anno, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio e 0,4 punti percentuali in meno sull’ottobre 2018. Per il 2020 la stima è del +3,6%, invariata su gennaio e in calo di 0,1 punti sulle previsioni di ottobre.
Cos’è il Fondo monetario internazionale
È un’organizzazione internazionale che assieme alla Banca Mondiale fa parte delle istituzioni di Bretton Woods, stazione climatica del New Hampshire negli Stati Uniti, luogo nel quale, nel 1944, furono definiti gli accordi di scambio in un periodo di grande depressione che coincise con una delle più importanti guerre valutarie.
In quel periodo molte Nazioni decisero di contrastare la vendita di prodotti stranieri con inevitabile svalutazione delle rispettive monete e crollo degli scambi commerciali.
Da qui l’esigenza di un nuovo accordo finalizzato a una migliore e più solida cooperazione internazionale in materia di economia e commercio.