Forza Italia e Pd verso la ‘rottamazione’

Photo Lapresse/Stefano Cavicchi2/

L’onda lunga dello ‘tsunami’ targato cinquestelle del 4 marzo sta generando un fuggi fuggi dai partiti di Forza Italia e Pd. Accomunati dallo stesso destino, ironia della sorte, dopo essersi sostenuti reciprocamente nell’ultima legislatura: si va verso la rottamazione…

I territori privi di rapprentanza in parlamento

L’uscita di scena di Matteo Renzi è risultata tardiva. I danni maggiori al Pd sono destinati a lasciare ferite profonde che si trascineranno per tutta la legislatura, breve o lunga che sia. E sono i danni provocati dalla scollatura massiccia determinatasi tra elettori e parlamentari eletti, frutto questa di una composizione scellerata delle liste, irrispettosa delle istanze della base. Con l’effetto che oggi è sotto gli occhi di tutti: deputati e sanatori eletti sono prevalentemente stati candidati lontano dai collegi dai quali provengono, tipo la Fedeli a Caserta oppure la Boschi in Trentino.

Berlusconi ha fatto lo stesso…

In modo assolutamente speculare Forza Italia è stata capace di cancellare ogni forma di democrazia interna. I soliti noti (e le solite note…) vicini a Silvio Berlusconi catapultati nei collegi sicuri, in barba ad ogni principio di rappresentanza dei cittadini.

Si salvi chi può!

Ed è cominciata una diaspora di dimensioni impensabili. Con due partiti, la Lega di Salvini e Fratelli dItalia della Meloni, che sono diventati i poli attrattori di questa repentina transumanza nel centro destra. Molto peggio sul versante del centro sinistra: tramontata l’era delle fandonie di Renzi (una su tutte “se perdo il referendum non è che vado a casa, smetto di far politica!”) non sono sopravvissuti partiti che possono ragionevolmente proporsi come piattaforme dalle quali ripartire per recuperare la fiducia di un elettorato stufo delle baggianate propinate negli ultimi anni.

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