Napoli – Fuga da Forza Italia, l’ex consigliere regionale Maria Grazia Di Scala aderisce a Fratelli d’Italia con l’ex parlamentare ed ex sindaco di Procida Luigi Muro. Il partito azzurro, in Campania è ormai ridotto all’osso e nessuno è esente da responsabilità perché nei fatti da quasi dieci anni i vertici, nazionali e locali, sempre gli stessi, non fanno che litigare per mantenere il proprio status quo. Il leader Silvio Berlusconi, che negli ultimi tempi ha dovuto dedicarsi alla cura dei malanni di chi, nonostante lo spirito, a 84 anni non può certo ritenersi un giovincello, ha sottovalutato la situazione, pensando che bastasse annunciare congressi che non si sono mai svolti o mediare tra i diversi capicorrente che, alla fine della fiera, hanno fatto orecchie da mercante.
Il coordinatore regionale Domenico De Siano, quello provinciale di Napoli Antonio Pentangelo, il senatore Luigi Cesaro e il figlio Armando sono in perenne lotta con l’eurodeputato Fulvio Martusciello. Quest’ultimo in contrasti sempre più aspri con l’altro deputato ex di Fi, Cosimo Sibilia, che dopo trent’anni tra gli azzurri ha alzato bandiera bianca e ha cambiato casacca, e con l’ex coordinatore cittadino Stanislao Lanzotti, ormai fuori dal partito e impegnato a sostenere come sindaco di Napoli il candidato di centrosinistra Gaetano Manfredi con la benedizione di Cesaro junior.
Non meno ‘guerrafondaio’ il capo dell’opposizione in consiglio regionale Stefano Caldoro, che da anni è in disaccordo con Mara Carfagna e con il deputato Paolo Russo. Non che il ministro sia esente da responsabilità, considerato che nel 2018, ma anche prima, ha fatto il bello e il cattivo tempo con il beneplacito del cavaliere a Roma come nelle province campane. Basti ricordare il caso della composizione delle liste per le Politiche, con la fuoriuscita di Nunzia De Girolamo dopo la mancata rielezione in Parlamento. In ogni provincia campana, Forza Italia è ridotta al lumicino, anche a Caserta dove ha registrato prima la fuga di Gianpiero Zinzi, ora candidato sindaco con la Lega, e poi i malumori per la sostituzione di Giorgio Magliocca alla guida del partito. E mentre in Campania il partito va a rotoli, i cosiddetti big, nazionali e non, dibattono sui massimi sistemi. Discutono di Prima Italia, ossia una sorta di federazione di centrodestra, e nemmeno.
Perché il progetto piace alla Lega e a Matteo Salvini, ma non a Giorgia Meloni e a Fdi. Più che una federazione, considerati i numeri irrisori di Fi (e della Lega) in Campania, si tratterebbe di un’annessione. Eppure, dal quartier generale del partito campano, men che meno da quello romano, nessun ‘mea culpa’. Del resto tra i berlusconiani imperversa l’illusione di una seconda ‘giovinezza’ grazie alla partecipazione nel governo Draghi. Mentre i soliti noti si spartivano le poltrone, il popolo forzista, quello che aveva reso la Campania la regione più azzurra d’Italia, si dileguava fino ad arrivare alla fotografia di oggi. Difficoltà nel comporre le liste per le Amministrative e amministratori locali, portatori di voti come la Di Scala, lontani mille miglia, pronti ad approdare su isole più fiorenti.
Fratelli d’Italia è l’unica forza politica di centrodestra che risulta in salute, tanto nel bel Paese quanto in Campania. Lo stesso fautore dell’acquisizione tra le fila dei meloniani della Di Scala, ossia il consigliere regionale Michele Schiano Di Visconti, proviene dalle fila azzurre. Lontani i tempi del ‘nuovo miracolo italiano’, slogan berlusconiano del 1994, l’unico miracolo di cui si può parlare oggi è quello che i forzisti dovrebbero invocare, votandosi a qualche santo, pur di non scomparire già alla prossima tornata elettorale per poter tirare a campare ancora per un po’.