FOTO. Uccide la sorella in casa e con una videochiamata mostra il corpo alla madre: “L’ho ammazzata”

173
Noemi Riccardi e Vincenzo Riccardi

NAPOLI – Ragazzo uccide la sorella, poi in videochiamata mostra cadavere alla madre. Una tragedia che lascia senza fiato si è consumata ieri pomeriggio in un tranquillo condominio a San Paolo Bel Sito, paesino di 3mila anime nei pressi di Nola. Alle 15:15 al numero d’emergenza 112 giunge una telefonata che gelerebbe chiunque: la voce di un uomo tremante, spezzata dall’angoscia, confessa
senza filtri: “Venite, ho ucciso mia sorella. L’ho accoltellata”. Da quel momento, inizia una corsa contro il tempo. Le pattuglie della compagnia dei carabinieri di Nola si dirigono a sirene spiegate verso l’indirizzo segnalato: il civico 150 di via San Paolo Bel Sito, Palazzo Cassese, edificio che fino a poche ore prima appariva ordinario, come tanti altri del paese. Ma al quinto piano, dietro una porta spalancata, la normalità si frantuma di fronte all’irreparabile.

I sanitari del 118 salgono le scale quasi in silenzio, consapevoli della cruda realtà che li attende. E, ancora una volta, arrivano troppo tardi. Sul pavimento giace Noemi Riccardi, 23 anni compiuti a maggio, colpita da almeno sei o sette fendenti, ormai senza vita. Al suo fianco, immobile, c’è il fratello Vincenzo Riccardi, 25 anni, autore della telefonata e protagonista di un gesto che ha sconvolto l’intera comunità. Pochi minuti prima aveva mostrato il corpo della sorella alla madre, assente in casa, tramite una drammatica videochiamata. La donna,
prossima ai 53 anni, era al lavoro. Il padre di Noemi e Vincenzo, invece, è morto da tempo.

L’arrivo dei carabinieri

Vincenzo fermo nel soggiorno, circondato dai carabinieri. Non tenta di fuggire, non reagisce, non incrocia lo sguardo di chi lo osserva. Fissa il pavimento, come chi aspetta una parola che non arriverà mai. Ai militari ripete quanto detto al telefono: avrebbe colpito la sorella “in preda a un raptus di follia”. “Non ce la facevo più”, dice ai carabinieri, non specificando però altro. Una spiegazione che non placa l’orrore, ma che anzi alimenta una serie di interrogativi su quanto sia accaduto nelle ore precedenti. L’arma del delitto, un coltello da cucina, è stata recuperata nell’abitazione, mentre gli investigatori cercano di ricostruire l’equilibrio fragile della convivenza tra i due fratelli. Entrambi, infatti, erano disoccupati e in cura presso il Centro di salute mentale di Nola, dettaglio che aggiunge un ulteriore livello di complessità alla vicenda.

Gli inquirenti stanno cercando di comprendere se vi sia stato un litigio, un conflitto improvviso o un momento critico che abbia fatto precipitare la situazione. Il giovane è stato condotto negli uffici della compagnia dei carabinieri di Nola, dove verrà ascoltato a lungo dal pm Antonella Vitagliano. L’autorità giudiziaria è stata tempestivamente avvisata ed è giunta sul luogo del delitto per coordinare le prime attività investigative. La comunità di San Paolo Bel Sito, scossa e incredula, si interroga ora su come possa essere accaduta una simile tragedia all’interno di un contesto familiare apparentemente normale. La cronaca racconta l’orrore, ma dietro le cifre e i dettagli investigativi restano le vite spezzate di una giovane donna e di un’intera famiglia, immerse nel silenzio doloroso di una violenza inspiegabile.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome