Fratelli Marrandino uccisi, scelti in consulenti tecnici per far luce sul delitto

Procura e difesa di Mangiacapre indicano i professionisti che si occuperanno della perizia balistica. I legali dei familiari della vittima si affidano a un ingegnere per analizzare i telefonini

CESA – La confessione di Antonio Mangiacapre ai carabinieri di Aversa e alla Procura di Napoli Nord non basta. Nell’udienza di convalida del suo arresto, l’operaio 53enne, originario di Cesa, come le sue vittime, ma da anni trasferitosi a San Cipriano, ha ammesso di essere stato lui a freddare con una semiautomatica Claudio e Marco Marrandino. Ha motivato questo barbaro gesto con un litigio per questioni di viabilità, ricostruzione, però, che non convince il pm Antonio Vergara che indaga sul caso e che non ha pienamente convinto neppure il giudice Vincenzo Saldino, che ha disposto a giugno la permanenza cautelare in cella del 53enne assistito dall’avvocato Paolo Caterino. Nelle scorse ore c’è stato il conferimento degli incarichi ai consulenti indicati da Procura e difensore di Mangiacapre per la perizia balistica. Gli avvocati Dario Carmine Procentese, Luigi Poziello, Luigi Marrandino e Giuseppe Laudante, che rappresentano i familiari dei Marrandino, hanno dato incarico, inoltre, a un ingegnere che esaminerà i supporti digitali già sequestrati nel corso dell’attività investigativa (i telefonini dell’indagato, di suo figlio e delle vittime): ritengono che all’interno di quei cellulari ci siano elementi in grado di dimostrare che il sanciprianese avesse premeditato l’omicidio.
Il duplice assassinio si è consumato il 15 giugno scorso in territorio di Orta di Atella, precisamente allo svincolo che dalla Nola-Villa Literno porta a Succivo. I fratelli di Cesa venivano dall’aeroporto di Capodichino (Marco, avvocato, era andato a prendere Claudio, che segue insieme agli altri due germani la ditta di famiglia attiva nel settore edile). Mangiacapre, armato, era partito da San Cipriano, dove abita. La moglie di Claudio ha raccontato alle telecamere di Estate in Diretta di aver ricevuto una chiamata proprio dal marito in merito a un ritardo che avrebbe avuto nel tornare.

A dirci cosa accadde quel tragico giorno è un video che immortala l’auto dei Marrandino fermarsi contromano poco dopo aver lasciato lo svincolo. Passano alcuni secondi e arriva la vettura di Mangiacapre: prima discutono dagli abitacoli delle rispettive vetture, poi il 53enne scende, continua a litigare con Claudio e improvvisamente estrae l’arma e fa fuoco. Uccide il giovane imprenditore, l’avvocato lascia la vettura e prova a scappare: il sanciprianese prende la mira e colpisce a morte anche lui. Scena che, in lontananza, viene vista pure dai carabinieri della Compagnia di Marcianise impegnati in un servizio di controllo del territorio in prossimità dello svincolo. Mangiacapre fugge inseguito dai militari. L’operaio riesce a far perdere le sue tracce. Lascia l’auto nella periferia di Cancello Arnone e qui si fa recuperare, a quanto pare, da una persona che lo accompagna nell’azienda agricola del cognato, di Casapesenna, che si trova al Borgo Appio: gli dice di essere stato vittima di una rapina e mentre l’imprenditore agricolo lo accompagna in caserma affinché denunciasse l’accaduto si sente male e si dirigono alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno dove viene raggiunto dai carabinieri e arrestato.

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