Funivia, si indaga anche per disastro colposo: il ministero attiva la Commissione

Cosa sia realmente accaduto però è difficile da comprendere: secondo la procura l’ultima revisione è stata effettuata nel novembre 2020

Tragedia sulla funivia Stresa (Foto Ufficio stampa Soccorso Alpino/LaPresse)

STRESA – La cabina coperta da un telo, i rilievi impossibili per il maltempo. Procedono a fatica le indagini sul disastro della funivia Stresa-Mottarone avvenuto domenica, quando intorno alle 12.30 un cavo traente si è spezzato e una cabina è caduta, rotolando per oltre 100 metri, provocando la morte di 14 persone. “Partiamo da una evidenza empirica, il cavo si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza, pacificamente, non ha funzionato”, spiega il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. “Ha funzionato invece per l’altra cabina, che si è bloccata”, specifica. Nel mirino degli investigatori c’è infatti proprio il sistema frenante che in questi casi dovrebbe attivarsi automaticamente: non si esclude, però, che il danno al cavo traente abbia danneggiato anche il sistema di sicurezza.

Le indagini

Per il momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati: “La mia intenzione è evitare iscrizioni inutili ma anche evitare di ometterne altre, questo anche in vista del conferimento di consulenze che potranno essere anche di carattere irripetibile”, spiega ancora il procuratore. I fatti da accertare sono tanti, primo tra tutti la proprietà dell’impianto, che era regionale ma sarebbe dovuta passare al Comune di Stresa: “Non sappiamo ancora però se questo passaggio sia avvenuto e come”, conclude Bossi. Per il momento si indaga per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, ma anche “in senso lato per il reato di disastro colposo, con la fattispecie specifica di attentato, colposo naturalmente, alla sicurezza dei trasporti”, conclude la procura.

Le perizie

Le perizie sul caso potrebbero essere affidate al Politecnico di Torino. Perizie e rilievi che, però, sono resi difficili dal maltempo. In tutta la provincia del Vco cade infatti una pioggia battente: la cabina è stata coperta con un telo per preservarla ma probabilmente, fa sapere la procura, andrà spostata. La zona però è impervia e non sarà semplice recuperare le lamiere. “Le indagini sono iniziate ieri, subito, sul posto”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri, Alberto Cicognani: “Sapevamo che sarebbe arrivato il maltempo e poi sarebbe stato più complicato”.

Attivata la Commissione

Intanto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato vita a una Commissione “che si aggiunge alle indagini della procura”, ha spiegato il ministro Enrico Giovannini durante la conferenza stampa al Palacongressi di Stresa. Il ministro era nel Vco per il tavolo tecnico insieme al capo della protezione civile Fabrizio Curcio, al governatore piemontese Alberto Cirio, al questore, al prefetto e alla sindaca di Stresa. “E’ importante che tutti mettano a disposizione la documentazione”, ha specificato Giovannini, parlando di collaborazione istituzionale.

La tragedia

Cosa sia realmente accaduto però è difficile da comprendere: secondo la procura l’ultima revisione è stata effettuata nel novembre 2020. Leitner, l’azienda incaricata della manutenzione, ha fatto sapere che l’ultima manutenzione con controllo delle centraline idrauliche di frenatura dei veicoli è avvenuta il 3 maggio. L’azienda si è dichiarata a disposizione della magistratura. I soggetti coinvolti però sono molti: ci sono anche la società che gestisce l’impianto, cioè il concessionario e la ditta che ha effettuato i lavori nel biennio 2014-2016, quando la funivia è rimasta chiusa.

Le possibili cause

Intanto il mondo delle funivie è duro nei commenti su quanto accaduto. A partire dalla presidente dell’Associazione nazionale esercenti impianti a fune Valeria Ghezzi, secondo cui sono “inspiegabili” i cedimenti in contemporanea di fune e freno. Per Giampiero Orleoni, presidente di Arpiet, l’Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione, si tratta addirittura di “un incidente impossibile. Certamente qualcosa lo ha scatenato, qualcosa al di fuori delle norme che vengono applicate. Sicuramente è subentrato qualcosa che va al di là delle norme previste. Se tutto fosse stato rispettato non sarebbe successo”. E ancora, Giuseppe Bonseri, ad Santa Caterina Valfurva ski area, in Valtellina: “sconcertato” dal fatto che non si sia attivato il freno di emergenza. Insomma, un incidente su cui ancora aleggia il mistero e su cui dovranno fare luce gli inquirenti.

(LaPresse/di Camilla Cupelli)

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