CASAL DI PRINCIPE – Furti di auto e di mezzi agricoli per poi organizzare i ‘cavalli di ritorno’, le rapine in casa e, sullo sfondo, lo spaccio di droga: sono solo alcune delle attività illecite messe in atto da un gruppo criminale che sarebbe guidato da un individuo del posto, con precedenti penali e legami con soggetti un tempo vicini ai Bidognetti.
Approfittando dell’indebolimento militare del clan dei Casalesi, questa compagine ha recentemente ampliato le proprie operazioni criminali, evitando di dove scontrarsi con altri gruppi.
Chi fa parte di questa gang? Se il cittadino di Casal di Principe è considerato la ‘mente’, gli esecutori materiali delle sue direttive sono perlopiù cittadini albanesi. Tra questi, un soggetto con il ruolo di braccio destro del casalese vive nella zona di Cancello Arnone. Spesso si muove insieme al ‘capo’ dell’Agro aversano. Le figure di entrambi sono emerse nella recente indagine condotta dai carabinieri sul tentato omicidio dell’imprenditore Dario Di Benedetto.
L’attività investigativa sul fatto di sangue, avvenuto il 31 dicembre scorso, hanno rivelato che alcuni parenti della vittima, mesi prima dell’agguato, avevano avuto un confronto diretto con il casalese e con il suo fidato collaboratore albanese, per motivi apparentemente non collegati a quello che poi sarà l’agguato. Questo incontro, a Casal di Principe, sfociò in una rissa, della quale i carabinieri vennero a conoscenza, con i parenti della vittima che descrissero ai militari i due come soggetti notoriamente pericolosi e inclini alla vendetta.
Gli investigatori sono al lavoro per raccogliere elementi utili a dimostrare le responsabilità di questa compagine criminale, frutto di un mix tra casalesi e albanesi, che sta seminando terrore sul territorio. Logicamente l’inchiesta punta pure a tracciarne con precisione l’organigramma e rivelare eventuali legami con la mafia locale.
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