Trieste, 15 mag. (LaPresse) – “È urgente una decisione che faccia chiarezza rispetto al fatto che molti insegnanti nelle scuole primarie e dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia potrebbero essere costretti ad abbandonare il proprio posto di lavoro a seguito della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, in contraddizione con altre precedenti”. Lo scrive il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in una lettera indirizzata all’attuale ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, riferendosi alla sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce che il diploma abilitante conseguito alla fine del percorso di studi degli Istituti magistrali non è utilizzabile per l’inserimento nelle Graduatorie a esaurimento, utili per l’assunzione in ruolo.
Annunciando già l’intenzione di riproporre il tema, qualora necessario, anche al prossimo titolare del dicastero di viale Trastevere, non appena sarà formato il nuovo governo, nella sua comunicazione al ministro Fedriga parla di una “situazione particolarmente grave non solo perché toglie la sicurezza del lavoro – che pareva finalmente raggiunta – a numerosi insegnanti con le relative famiglie, ma anche perché va a intaccare il principio della continuità didattico-educativa, con molte classi costrette a sostituire i docenti nell’arco dello stesso ciclo di studi”. “A queste considerazioni – sottolinea ancora il governatore – si aggiunge il fatto che, senza iniziative legislative urgenti, volte a una soluzione politica rispettosa di dignità e aspettative delle categorie di docenti precari interessate, vi è il concreto rischio di non riuscire ad assicurare la regolarità delle operazioni propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019”. In sostanza, raccogliendo e facendosi interprete delle “legittime preoccupazioni di insegnanti, genitori e rappresentanze sindacali”, il presidente del Friuli Venezia Giulia sollecita “un atto di governo che vada a porre rimedio a questa delicata e complessa situazione, ponendo fine ad una assolutamente inopportuna e troppo rischiosa incertezza”.