G20, Hill: “Partiti populisti italiani amici di Putin sbagliano”

"I partiti populisti italiani che fanno causa comune con la Russia di Putin commettono un grave errore”

ROMA – “I partiti populisti italiani che fanno causa comune con la Russia di Putin commettono un grave errore”. Così Fiona Hill, tra le massime esperte mondiali di Russia, una vita nell’intelligence americana e poi alla Casa Bianca, prima con George Bush e Barack Obama, poi a capo degli affari europei ed euroasiatici del National Security Council con Donald Trump.Ospite di Formiche, con cui ha presentato il suo ultimo libro autobiografico “There is nothing for you here” (Mariner Books) insieme alla direttrice di Aspenia ed ex viceministra degli Esteri Marta Dassù, Hill ha messo in guardia l’Italia di Mario Draghi, in questi giorni impegnata a presiedere il G20 di Roma.

“Con Putin non si può essere naïve – dice l’ex consigliera, oggi Senior Fellow alla Brookings Institution – l’Italia è ancora un target dell’intelligence e del governo russo”.“Capisco perfettamente che l’Italia voglia mediare con la Russia, fa parte della sua storia, lo faceva anche ai tempi dell’Impero zarista”. I problemi nascono quando la mediazione diventa collusione politica. “In alcuni partiti italiani manca consapevolezza. Putin non usa solo gli agenti segreti o i ransomware per influenzare la politica italiana. Le convention e le kermesse con i partiti russi sono un altro strumento, e sottovalutarle è un errore. Dopotutto era lo stesso metodo di Stalin: invitava a Mosca i partiti comunisti sparsi nel mondo e li usava come veicoli di influenza politica”.“Negli anni l’intervento russo nei nostri sistemi politici è diventato più evidente. Paesi come Italia, Francia o Germania non sono meno vulnerabili alla manipolazione dell’Ucraina o di altre repubbliche ex sovietiche”.Per Hill una soluzione drastica quanto necessaria è “espellere subito tutti gli operativi di intelligence” colti in Italia e negli altri Paesi europei a sottrarre segreti.

 Infine, l’esperta, sugli USA sentenzia: “Anche la nostra democrazia sta abbassando la guardia. Biden ha reso il Paese più resiliente, ma è in difficoltà sul fronte interno e non tutti i partiti comprendono il rischio che ha corso la democrazia americana il 6 gennaio scorso”.

Tanto che l’ipotesi di una candidatura di Trump nel 2024 è ancora in campo. “Non ha la maggioranza del Paese, ma ha dalla sua una minoranza molto forte fra i repubblicani. Tanti nel partito non lo sopportano, ma sono disposti a rieleggerlo per dare un dispiacere ai democratici”.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome