Gadget scudetto, patto camorra-cinesi

Gadget scudetto, patto camorra-cinesi
Gadget scudetto, patto camorra-cinesi

NAPOLI – Contraffazione: un business che con il Napoli avviato verso la conquista del terzo scudetto della sua storia ha visto i clan di camorra fiondarsi su ogni singolo aspetto della filiera. Dalla contraffazione dei prodotti alla successiva vendita in strada, passando per la logistica alla conseguente imposizione della tangente agli ambulanti che con le loro bancarelle assiepano le strade di Napoli e provincia. Un affare che vale decine di milioni di euro, stando a quanto sostengono gli investigatori, emerso con forza e decisione a inizio marzo quando la polizia di Stato indagava sulla figura di un 19enne di Pianura, Antonio Gaetano, ferito mortalmente in un agguato nella zona degli chalet di Mergellina. Il giovane morirà dopo due settimane di agonia in ospedale e, stando alle informative delle forze dell’ordine, chi ha sentenziato il suo destino l’ha fatto perché il ragazzo, nonostante l’età, era il reggente del clan CaloneEspositoMarsicano di Pianura. Le indagini sul suo conto hanno fatto emergere la nuova realtà criminale del pizzo ai venditori di bandiere, sciarpe e magliette del Calcio Napoli. 

Poi è arrivato l’effetto domino, con le forze dell’ordine e gli inquirenti napoletani che hanno iniziato a disporre blitz e ispezioni nei laboratori del falso, per arrivare a colpire la filiera sin dalle radici. Sequestri di ingenti quantità di gadget contraffatti sono stati portati a termine, nei giorni scorsi, in ogni quartiere del capoluogo, da Scampia a Ponticelli, e in ogni angolo della provincia, da Arzano a Casoria, passando per l’area vesuviana e Portici. Ma c’è un dettaglio sul quale si stanno soffermando gli investigatori che da mesi sono sulle tracce dei boss della contraffazione. Si tratta di un nuovo, potenziale patto che la criminalità organizzata avrebbe stretto con gruppi di falsari originari della Cina. Da qualche settimana, infatti, le forze dell’ordine starebbero notando strani movimenti in strada. Soggetti originari dell’Asia starebbero facendo cassa con i nastri biancazzurri e altro materiale. Insomma: anche i cinesi si sono inseriti nel business dei gadget dello scudetto. 

La loro forza è la capacità di produrre in serie. I boss dei clan napoletani lo sanno benissimo e avrebbero chiesto e ottenuto incontri con i referenti asiatici delle organizzazioni dedite alla produzione di prodotti falsi. L’accordo vedrebbe i falsari cinesi impegnati a realizzare grosse partite di merce da rivendere alle organizzazioni malavitose a prezzi vantaggiosissimi. E tra i laboratori più attivi spiccano le centrali del falso ubicate a Melito, territorio di competenza del clan AmatoPagano, e nell’area giuglianese, dove a dettare legge è la famiglia criminale dei Mallardo, che insieme ai ContiniBosti e ai Licciardi va a comporre l’Alleanza di Secondigliano, il cartello più potente di Napoli, secondo l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia.

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