ROMA – Le dichiarazioni di Luigi Di Maio in merito all’esodo di migranti dall’Africa verso l’Europa e, soprattutto l’Italia, contro la Francia e il suo ‘colonialismo’ che “andrebbe sanzionato dall’Unione Europea” hanno provocato la reazione di Parigi. Il ministro degli Esteri francese, Nathalie Loiseau, ha provveduto a convocare l’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Teresa Castaldo, per avere delucidazioni sulle parole pronunciate dal vicepremier.
Dichiarazioni ostili e senza motivo
Secondo Parigi le parole e il tono utilizzati dal leader del Movimento 5 Stelle, indicato dal governo transalpino come “un’alta autorità italiana” sono da considerate “ostili e senza motivo”, in quanto tra Francia e Italia ci sono buoni rapporti e condividono iniziative all’interno dell’Unione Europee. Per il governo di Parigi le dichiarazioni di Di Maio sono, inoltre, semplicemente parole al vento all’interno di un contesto politico esclusivamente italiano.
La nota del governo francese e i dati del Viminale
Il ministro degli Esteri “ha convocato l’ambasciatrice italiana in seguito ad affermazioni inaccettabili e inutili delle autorità italiane”. Tra l’altro le accuse di Di Maio alla Francia di “impoverire l’Africa” sono smentite dai dati del Ministero dell’Interno. Per il Viminale, infatti, non ci sarebbe una relazione diretta tra gli sbarchi in Italia e la politica monetaria delle ex colonie francesi che adottando il Franco Cfa (conosciuto anche come il Franco delle Colonie di Di Maio): nel 2018 la maggior parte dei migranti giunti in Italia con i barconi provenivano dalla Tunisia (che utilizza come moneta il dinaro) e a seguire Iraq, Eritrea, Sudan, Pakistan e Nigeria, Paesi ritenuti fuori dalla sfera d’influenza francese. Il primo Paese a utilizzare il Franco Cfa è la Costa d’Avorio (all’ottavo posto con poco più di mille sbarcati), seguito dal Mali (poco meno di 900).