Gambino chiede gli arretrati. I capigruppo in Regione Campania frenano

Cammarano (5 Stelle) e Di Fenza (Azione-Per): aspettiamo di discuterne

Il Centro direzionale di Napoli

NAPOLI – Capigruppo in consiglio regionale a raccolta oggi per decidere la data dell’ultima seduta prima del “rompete le righe” di agosto. Fra i temi da discutere ce ne è uno più delicato degli altri, tanto che i capigruppo interpellati da “Cronache” non si sbilanciano sulla linea da tenere: l’ex consigliere regionale e attuale europarlamentare di FdI Alberico Gambino chiede le indennità arretrate del periodo 2011-2014, quando fu sospeso dalla carica perché coinvolto in un’inchiesta con l’accusa di concussione, reato che avrebbe commesso in qualità di sindaco di Pagani. L’assemblea dovrà prendere atto della sentenza della Corte d’appello di Napoli che, alla fine di un lungo iter processuale, ha assolto Gambino. Sentenza che o diventata definitiva ad aprile scorso, in quanto non contestato in Cassazione. A luglio del 2011 Gambino, in seguito all’arresto, fu sospeso dalle funzioni e riammesso solo a settembre 2014. In questo periodo ha ricevuto in misura ridotta l’indennità di carica e adesso chiede 189mila euro di arretrati. Proprio a causa di queste vicissitudini giudiziarie Gambino è finito nell’elenco dei candidati alle Europee “impresentabili”, ma non ha avuto problemi a essere eletto. I capigruppo dovranno quindi decidere come regolarsi e al momento nessuno si sbilancia. “Non ci siamo ancora riuniti per decidere gli orientamenti di voto” dice Michele Cammarano dei 5 Stelle e sulla stessa linea si attesta Pasquale Di Fenza di Azione-Per: “Ne parleremo con gli altri capigruppo”.
Nella prossima seduta bisognerà inoltre votare, fra gli altri punti, l’assestamento di bilancio del consiglio regionale (da non confondere con quello della giunta, già approvato) per il triennio 2024-26 e il rendiconto gestionale (sempre riferito al Consiglio) dell’esercizio 2023. Senza l’approvazione di questi documenti non possono essere pagate le spettanze: al momento, gli stipendi sono garantiti fino a tutto agosto, ma va evitato quanto successo due anni fa, quando, come ricorda anche Di Fenza, per i ritardi nell’approvazione le spettanze sono rimaste bloccate per 4 mesi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome