Garante della privacy: dati allarmanti della pedopornografia

Registrato un incremento di circa il 132% rispetto al 2019

ROMA – “Dati in aumento sulla pedopornografia”: a comunicarlo è stato il Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, nella relazione annuale nella sala della Regina di palazzo Montecitorio a cui ha preso parte la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni. “Nel 2020 – ha chiarito il Garante – si è registrato un incremento di circa il 132%, rispetto al 2019, dei casi trattati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia e un aumento del 77% dei casi di vittimizzazione dei minori per grooming, cyber bullismo, furto d’identità digitale, sextorsion. Il 68% degli adolescenti risulta essere stato, nel 2020, testimone di casi di cyber bullismo. ‘Sono dati allarmanti, che non possono non esigere un’assunzione di responsabilità collettiva rispetto a soggetti, quali i minori, le cui vulnerabilità possono renderli le vittime elettive delle distorsioni del web”.

La difesa dei dati

“Proprio la tutela delle persone vulnerabili – ha aggiunto Stanzione – ha rappresentato il tratto caratterizzante l’attività del Garante in questo primo anno. La protezione dei dati può rappresentare, infatti, un prezioso strumento di difesa della persona da vecchie e nuove discriminazioni e di riequilibrio dei rapporti sociali’. In questo senso, la protezione dei dati si sta dimostrando anche e sempre più determinante per un governo sostenibile della tecnica; perché la democrazia non degeneri, in altri termini, in algocrazia”

Il valore della privacy

Il garante ha fatto riferimento alla funzione sociale della privacy “resa ancor più evidente – ha sottolineato – in una congiuntura, come l’attuale, contraddistinta da rilevanti trasformazioni nel rapporto tra singolo e collettività, tra libertà e poteri, che rendono questa una stagione quasi costituente sotto il profilo della garanzia dei diritti”.

“La permanenza della condizione pandemica – ha concluso – ci ha insegnato a convivere con le limitazioni dei diritti, tracciando tuttavia il confine che separa la deroga dall’anomia, dimostrando come la democrazia debba saper lottare, sempre, con una mano dietro la schiena”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome