ROMA (Tommaso Tetro) – Maggiore flessibilità per diversificare le fonti di energia, ed essere pronti di fronte a un’eventuale e possibile emergenza gas. E’ questo il senso della norma che sarà sul tavolo del consiglio dei ministri, e che – pur essendo incentrata all’energia – rientra nel pacchetto di nuove misure dedicate alla guerra in Ucraina, il principale corridoio del gas russo che arriva in Italia (per un peso specifico del 45%). In caso di un’emergenza, che potrebbe aprirsi all’improvviso per via del conflitto – spiegano infatti fonti vicine al dossier energia – si potrebbe così pensare “in via prioritaria di non utilizzare il gas”, o quel gas, ma “un’altra fonte”.
Questo perché, se la situazione dovesse precipitare – proseguono le stesse fonti – si riuscirebbe a conservare il gas che ancora abbiamo (siamo stati infatti i migliori in Europa per quanto riguarda gli stoccaggi, a oltre il 90% a ottobre; ma ora ai livelli che di solito si raggiungono a fine marzo). Si avrebbe così la possibilità di contare sulle scorte ancora disponibili. Intanto è stato già dichiarato lo stato di pre-allerta sul gas. La decisione è stata presa dal ministero della Transizione ecologica, dopo aver sentito il Comitato di emergenza e monitoraggio nazionale.
Come viene riportato sul sito della Snam, i principali motivi alla base della scelta riguardano proprio il rischio fisico rappresentato da quel corridoio, quindi il passaggio in Ucraina delle forniture che arrivano nel nostro Paese, oltre all’elevata pericolosità della “minaccia” in corso nel teatro di guerra ucraino.
(LaPresse)