ROMA – La Corte di Appello federale ha accolto il ricorso presentato dai legali dell’arbitro Claudio Gavillucci contro la dismissione decisa dalla Can di Serie A al termine della scorsa stagione. Una piccola vittoria per il direttore di gara, ‘espulso’ dai professionisti dopo aver momentaneamente interrotto il match tra Sampdoria e Napoli il 14 maggio scorso per i cori razzisti nei confronti dei partenopei.
Il coraggio di interrompere la gara del Ferraris
A termine del campionato 2017-2018 Gavillucci finì ultimo nella classifica di rendimento degli arbitri. Successe lo stesso nella stagione precedente, ma il direttore di gara, ora 39enne, di Latina, venne riconfermato. Non è successo lo stesso per il campionato in corso. Sono in molti a credere che la dismissione di Gavillucci sia una conseguenza del gesto di cui si rese protagonista allo stadio Ferraris di Genova. Tesi avvalorata da quanto sta accadendo nella stagione in corso, durante la quale nonostante cori razzisti nei confronti dei calciatori di colore e dei napoletani, non è stata interrotta ancora alcuna gara. Eppure il protocollo è chiaro. Ma non è stato sufficiente affinché
Il cattivo esempio di Mazzoleni
Pier Silvio Mazzoleni, arbitro di Inter-Napoli, prendesse le stesse decisioni di Gavillucci. Il comportamento dell’arbitro di Bergamo ha mandato su tutte le furie non solo gli azzurri e Koulibaly, espulso e squalificato per due giornate, ma anche la Fifa e la Uefa. Dai massimi organici calcistici è arrivato l’invito a rispettare il protocollo. Come fece Gavillucci alcuni mesi fa. Decisione che gli è costata la retrocessione tra i dilettanti. Difficile prevedere se la vittoria del ricorso possa riportarlo in massima serie. C’è da aspettarsi che l’Aia impugni la decisione della Corte d’Appello Federale. Al momento Gavillucci si gode questa vittoria simbolica, il resto verrà deciso più avanti.