Gaza, 30 mar. (LaPresse/AFP) – Un agricoltore palestinese è stato ucciso nella Striscia di Gaza da un colpo d’artiglieria isrealiana, poche ore prima che i palestinesi inizino a radunarsi per il Giorno della terra.
Secondo un portavoce del ministero della Salute di Gaza si tratta di un 27enne, identificato come Omar Samour, ucciso a Khan Younes, nel sud del Territorio palestinese. Testimoni hanno raccontato che l’uomo si trovava su terreni vicini alla frontiera.
Un portavoce dell’esercito ha indicato che “due sospetti si sono avvicinati alla barriera di sicurezza nel sud della Striscia di Gaza e hanno cominciato a comportarsi in maniera sospetta”, quindi “i carri armati hanno sparato contro di loro”.
A partire da oggi e per oltre sei settimane, in occasione della manifestazione chiamata La grande marcia del ritorno, migliaia di palestinesi intrappolati nella Striscia di Gaza a causa del blocco israeliano sono stati chiamati ad accamparsi a poche centinaia di metri dalla barriera che separa l’enclave da Israele.
A Sud, la frontiera con l’Egitto è chiusa quasi in via permanente. L’inizio delle manifestazioni coincide con il Giorno della terra, quando ogni anno i palestinesi ricordano i sei arabi israeliani uccisi nel 1976 durante proteste contro confische di terreni da parte di Israele.
Israele ha fatto sapere di essere pronto a rispondere duramente, sparando tra l’altro proiettili veri contro chi tenti di forzare la barriera di separazione. Il Paese teme che questo possa accadere anche con una grande marcia cui partecipino in massa donne e bambini. L’esercito ha schierato cento cecchini al confine.
A metà maggio i palestinesi ricordano la Naqba, l’esodo seguito alla guerra del 1947-1948, mentre lo Stato ebraico celebra quest’anno i settant’anni della sua nascita.
La Grande marcia del ritorno è dedicata proprio al diritto di ritorno dei palestinesi, che questi rivendicano dopo essere stati cacciati dalle loro terre a seguito di della guerra, mentre attendono ancora la formazione di un loro Stato.
Formalmente le sei settimane di proteste sono organizzate dalla società civile, ma sono sostenute dal movimento Hamas che gestisce la Striscia di Gaza. Dal 2008 Israele e palestinesi si sono affrontati in tre guerre nell’enclave palestinese e dal 2014 rispettano un teso cessate il fuoco.
Ad aumentare le tensioni è lo status di Gerusalemme, città contesa, dopo che il presidente americano Donald Trump ha deciso di riconoscerla come capitale d’Israele e di trasferirvi l’ambasciata. Il trasferimento è previsto proprio intorno al 14 maggio.