Gazebo e Rousseau per via libera al ‘contratto’ M5S-Lega

La sterile polemica piddina sul metodo

ROMA (Loredana Lerose) Ancora poche ore e il contratto del governo del cambiamento, che dovrebbe portare alla nascita del governo Lega-M5S, sarà pronto per essere sottoposto al ‘voto’ degli elettori o tramite la piattaforma Rousseau o tramite i gazebo. Un metodo inusuale che non sembra essere gradito dal Pd.

La polemica

I piddini pensano che sia ridicolo perdere altro tempo per rendere partecipi del contratto i cittadini. Questo poiché le forze politiche che si apprestano (a meno che non salti il banco) a governare hanno il dovere di fare presto. Ma considerato che i due partiti non si sono presentati insieme alle scorse politiche, e che solo in questi ultimi giorni stanno lavorando ad un programma condiviso, è tanto sbagliato cercare di sondare gli umori dei propri elettori non sull’accordo e sulla politica che il governo M5S-Lega vorrà attuare?

Referendum online e gazebo

Sia il capo politico del Movimento 5 Stelle che il leader della Lega hanno deciso di lanciarsi in un’avventura governativa imprevista. Quella che li ha visti iniziare a dialogare, pur essendo formazioni politiche diverse, per formare un governo insieme. Qualche mese fa nessuno lo avrebbe pensato. E’ ovvio che entrambi, hanno molto da perdere in termini di consensi laddove il progetto si rivelasse fallimentare. Mettere ‘ai voti’ il contratto di governo servirà a testare gli umori degli elettori rispetto all’inedito ‘duetto’ Di Maio-Salvini. Ognuno ha scelto il metodo più rappresentativo: i grillini la piattaforma online e il carroccio i gazebo in piazza.

Programma di governo della scorsa legislatura parlamentare

Se anche il Pd, in questi ultimi cinque anni, avesse interpellato la sua base rispetto alle scelte programmatiche, probabilmente a quest’ora avrebbe ancora una platea a cui rivolgersi. Il programma presentato da Pierluigi Bersani, che non vincendo le elezioni nel 2013 ha permesso comunque al Pd di governare, era composto di 8 punti. Con l’alternarsi dei premier, Enrico Letta, Matteo Renzi e infine Paolo Gentiloni, quegli otto punti, su cui i cittadini si erano espressi votando per l’ex Pd, si è snaturato. Metodi diversi di intendere la partecipazione democratica. Programma o contratto? Ai cittadini interessa sapere cosa un governo si appresta a fare.

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