ROMA – Il Mes è nell’occhio del ciclone, tanto per i continui attacchi dell’opposizione che per gli scontri interni. Dopo gli attacchi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni a Giuseppe Conte, il premier si è difeso in Aula dicendo che tanto la Lega quanto gli attuali ministri Cinque stelle erano stati informati dei dettagli del Meccanismo europeo di stabilità, senza obiettare nulla. Conte è stato da loro accusato di alto tradimento della Costituzione per aver occultato la presunta “svendita dell’Italia a Bruxelles”. “Sono note le resistenze di Salvini a studiare i dossier, mi stupisco della Meloni”, ha detto il presidente del Consiglio. I contenuti del dossier sarebbero invece stati comunicati in più riprese, tanto che a dar sostegno al premier è intervenuta anche la leader di ‘Più Europa’ Emma Bonino.
Gelo tra Conte e Di Maio
“E’ stato detto che il Mes sarebbe stato già firmato, per giunta di notte: falso, ma una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall’accusa di aver commesso errori politici, è un’ accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni”, si è difeso Conte. Ma è la frase “tutti i ministri sapevano” ad aver fatto infuriare il leader dei pentastellati Luigi Di Maio che non ha applaudito al discorso del premier, è andato via senza salutare e poi ha disertato l’incontro in Senato per una riunione con i ministri del Movimento 5 Stelle.
Di Maio prende tempo
“Ha detto che tutti i ministri sapevano di questo fondo – spiega Di Maio riferendosi alle parole del premier – Sapevamo che il Mes era arrivato ad un punto della sua riforma, ma sapevamo anche che era all’interno del pacchetto, che prevede anche la riforma dell’unione bancaria e l’assicurazione sui deposito. Per il M5S, queste tre cose vanno insieme e non si può firmare solo una cosa alla volta”. Poi il ministro degli Esteri ritarda la decisione: “Prendiamoci del tempo per fare delle modifiche che non rendano questo fondo un pericolo. Decideremo noi come e se dovrà passare questa riforma del fondo salva-Stati”.