di Marco Valsecchi
Milano, 18 apr. (LaPresse) – La composizione dell’azionariato e l’evoluzione delle attività all’estero, ma anche la questione ambientale. Sono questi, prevedibilmente, i temi sui quali si concentreranno le attenzioni degli osservatori in occasione dell’assemblea degli azionisti di Generali che si riunirà a Trieste, con i soci chiamati ad approvare il bilancio 2017 – chiuso con un utile in progresso dell’1,4% a 2,1 miliardi di euro -, le politiche in materia di remunerazione, il piano di incentivazione a lungo termine e una modifica al capitolo dello statuto sociale dedicato all’aggiornamento degli elementi patrimonio netto per le gestioni Vita e Danni.
Dal punto di vista delle partecipazioni al capitale, gli occhi sono puntati sui movimenti più recenti, che hanno visto Francesco Gaetano Caltagirone salire al 4% ed Edizione Srl, holding della famiglia Benetton, superare la soglia di rilevanza al 3% del capitale. “Non penso siano acquisti dettati da criteri di ‘nazionalita’. Direi piuttosto che i soci che incrementano gradualmente le quote nel nostro capitale guardino anche al dividendo”, ha commentato in un’intervista al Corriere della Sera il presidente Gabriele Galateri di Genola. Ma in molti hanno visto il rafforzamento della quota italiana come una prima manovra di difesa di fronte a possibili tentativi di scalata esteri. Soprattutto in ragione della possibilità di un calo del 3% della quota detenuta da Mediobanca prospettata dal numero uno dell’istituto di credito, Alberto Nagel.
Sul fronte internazionale, la strategia di ottimizzazione della presenza geografica e di miglioramento dell’efficienza operativa e dell’allocazione del capitale del Leone ha aggiunto negli ultimi giorni due nuovi capitoli, prima con la cessione delle attività a Panama e in Colombia per un corrispettivo complessivo di 170 milioni di euro, e oggi con l’annuncio dell’accordo raggiunto con Athora per la vendita dell’intera partecipazione in Generali Belgium per 540 milioni. Rimane però aperto il dossier Germania, dove dal primo trimestre 2018 è entrata in run-off (cioè ha cessato di vendere nuovi contratti) Generali Leben, le cui riserve ammontano a circa 40 miliardi di euro. Per quanto riguarda la gestione di tale portafoglio, non ci sono indicazioni definitive, ma solo scenari. Come quelli prospettati in un’intervista al ‘Il Piccolo’ da Giovanni Liverani, amministratore delegato di Generali Deutschland. Al quotidiano triestino, il manager ha elencato tre vie: gestione interna, vendita della compagnia o creazione di una partnership con una piattaforma specializzata.
Per finire, non è escluso che i soci portino in assemblea il tema ambientale, alla luce anche dell’inchiesta pubblicata due settimane fa da Greenpeace Italia, per cui il gruppo assicurerebbe centrali e miniere di carbone inquinanti, ma non le case in zone a rischio alluvione. Per chiedere di fermare le coperture finanziarie ed assicurative per tutte le centrali a carbone, la stessa associazione ambientalista – che ritiene “incompleta” la strategia presentata dal gruppo sul cambiamento climatico – ha lanciato una campagna che ha già raccolto oltre 30 mila firme. Generali ha dal canto suo replicato sul caso della copertura per le alluvioni, citando la “autonomia agenziale” e affermando che nel comune di Genova, dove ha avuto luogo l’inchiesta, nei primi due mesi dell’anno sono state stipulate quasi 70 nuove polizze con garanzia “flash floods”.