Roma (LaPresse) – Nuove scintille su Twitter tra Carlo Calenda e Michele Emiliano. Da tempo, anche a causa di una opposta visione dei dossier Ilva e Tap, tra i due dirigenti Pd non corre buon sangue e oggi sui social va in scena l’ultimo ‘duello’. Il Governatore della Puglia risponde in modo piccato a chi scrive che per “dignità”, Martina e Orfini “dovrebbero cacciarlo” dal partito. “Chi avrebbe le palle di cacciarmi nel Pd?”, scrive. A stretto giro di posta arriva la ‘candidatura’ di Calenda: “Michele fossi il Segretario è la prima cosa che farei – twitta l’ex ministro dello Sviluppo economico – Hai passato gli ultimi anni ad accusare i nostri governi di qualsiasi nefandezza con insulti vergognosi. Fai politica per un altro partito. È una questione di rispetto per se stessi. Se non lo hai tu lo deve avere il Pd”.
Michele Emiliano è da tempo in contrasto con Calenda
Sul caso Ilva di Taranto “quello che è stato trascurato è il piano ambientale su cui si era aperto lo scontro tra la regione Puglia e l’allora ministro Calenda” perché per ora “chi dovesse avvelenare i bambini di Taranto ha addirittura l’immunità penale”, una misura del precedente governo che l’esecutivo a guida M5s-Lega “non ha revocato”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando a Rainews24. Secondo Emiliano, l’immunità penale è ” un aiuto di Stato mascherato: perché le altre acciaierie europee non hanno lo stesso tipo di copertura penale che è dato dall’immunità”. Emiliano ha ricordato che l’attuale governo “non ha revocato i 12 decreti del Pd: sono ancora lì”.