Germania, crolla la fiducia degli investitori: pesa la guerra dei dazi

Le valutazioni dell'indice Zew

Milano (LaPresse) – La voce grossa del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, spaventa gli investitori tedeschi. L’indice Zew, che misura la fiducia degli investitori in Germania, è sceso a luglio a -24,7 punti, contro i -16,1 punti di giugno. I timori legati al protezionismo e alle guerre commerciali penalizza l’umore del mercato tedesco, dato che il Paese è un grande esportatore, soprattutto di auto. Gli analisti si aspettavano una peggioramento dell’indice Zew meno marcato, a -18,9 punti.

L’indice si porta sui minimi dall’agosto 2012 e ben al di sotto della media di lungo periodo, che è di 23,2 punti. “L’ultima fase è stata caratterizzata da una grande incertezza politica. In particolare, i timori di un’escalation della guerra commerciale internazionale con gli Stati Uniti hanno smorzato le prospettive economiche. Le notizie positive riguardanti la produzione industriale, gli ordini in entrata e il mercato del lavoro sono state fortemente offuscate dai previsti effetti negativi sul commercio estero”, commenta il presidente dell’istituto Zew, Achim Wambach.

Le valutazioni dell’indice Zew

L’indice Zew è considerato un importante market mover e si basa su interviste a 275 investitori istituzionali tedeschi. Per quanto riguarda l’eurozona, la fiducia a luglio è passata da -12,6 a -18,7 punti, mentre gli analisti avevano stimato un calo più contenuto a -13,2 punti. Le recenti rassicurazioni sulla riduzione del debito pubblico italiano fatte dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, devono aver sortito un qualche effetto in Germania. Infatti, l’indice scorporato relativo all’Italia segna un rialzo di 11,2 punti a luglio, anche se resta a livelli molto bassi, pari a -37,2 punti.

Dopo aver imposto all’Europa dal primo giugno dazi su acciaio e alluminio, rispettivamente del 25 e del 10 per cento, Trump ha minacciato di voler alzare barriere sulle importazioni di auto. La mossa metterebbe in difficoltà la Germania, grande esportatrice con gruppi come Volkswagen e Daimler. L’Ue ha gia risposto alle prime tariffe doganali istituendone a sua volta su 2,8 miliardi di euro di prodotti in arrivo dall’altra sponda dell’Atlantico. Ma l’eventualità di una escalation non lascia dormire sonni tranquilli all’industria tedesca.

Lorenzo Allegrini

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