Di Alberto Zanello
MILANO (LaPresse) – Erano due delle principali favorite alla vigilia eppure devono ancora conquistare la qualificazione. Per non parlare del primo posto, nell’ultima giornata. Brasile e Germania, protagoniste annunciate del Gruppo E ed F, vanno a caccia del pass per gli ottavi di finale del Mondiale. Tra speranze e qualche affanno con cui hanno approcciato il cammino nel torneo.
Il compito sulla carta più semplice è quello dei verdeoro, a cui basta un pareggio contro la Serbia. A sua volta obbligata (a meno di un clamoroso passo falso della Svizzera contro la già eliminata Costa Rica) a vincere per continuare l’avventura in Russia. La Seleçao però fin qui non ha convinto, proprio come la sua stella Neymar, che si è illuminata solo a intermittenza. Il ct Tite tuttavia difende a spada tratta l’asso del Psg. “Tutte le responsabilità non dovrebbero ricadere sulle sue spalle”, ha evidenziato l’allenatore brasiliano. Convinto che l’attaccante debba ancora ritrovare la piena condizione dopo lo stop di oltre tre mesi per l’infortunio al piede. “Forse sarà al top del suo gioco nella prossima gara”, ha aggiunto. “E’ in fase di recupero”.
Decisamente più complicata la situazione della Germania
A un passo dal baratro e salvata solo dalla magia di Kroos in pieno recupero con la Svezia, battuta 2-1 dai campioni in carica dopo il tonfo dell’esordio con il Messico. In quello che è il girone più equilibrato di questi Mondiali (tutte le squadre teoricamente sono ancora in gioco), la Mannschaft è ancora padrona del proprio destino. Con una vittoria con due gol di scarto gli ottavi saranno certi.
“Dobbiamo avere le idee chiare su ciò che dobbiamo ottenere. Dobbiamo segnare due gol in più dell’avversario. Questo ci permetterà di superare il turno”, ha sottolineato il ct Joachim Loew, messo sotto pressione nel suo paese. Anche perché trovare un Mondiale in cui i tedeschi furono eliminati nella fase a gironi bisogna tornare indietro fino al 1938. Il tecnico però è fiducioso e sente che il clima in gruppo è cambiato. “Dopo la Svezia c’è stata euforia pura”, ha rivelato. “Senza quella vittoria saremmo stati in una posizione precaria”.