Berlino (LaPresse/AFP) – Con il suo sangue freddo e la sua determinazione, Angela Merkel è stata un’importante mediatrice in questo periodo difficile per l’Europa e per il mondo. Il suo approccio moderato e la sua fede instancabile nel multilateralismo ne hanno fatto l’argine evidente davanti all’America first di Donald Trump, ma da subito gli esperti hanno avvertito che l’annuncio del suo progressivo ritiro dalla politica rischia di indebolirla sul piano internazionale. Lei, però, sostiene che non sia così: “Penso che questo non cambierà la mia posizione negoziale nelle trattative internazionali. Al contrario, avrò ancora più tempo per concentrarmi sugli incarichi di capo del governo”, ha detto a Berlino, dove ha ricevuto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi.
Da quando lunedì Merkel, dopo lo schiaffo in Assia, ha annunciato a sorpresa che non correrà per la presidenza della Cdu al congresso di dicembre e che resterà cancelliera fino alla fine del mandato nel 2021 per poi ritirarsi dalla politica, si è aperta la corsa per la successione. Due candidati si sono già fatti avanti lunedì stesso: la segretaria ganerale della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer detta ‘AKK’, molto vicina a Merkel; e il ministro della Sanità Jens Spahn, dell’ala più conservatrice del partito. Un terzo candidato ha ufficializzato invece le sue intenzioni oggi: Friedrich Merz, ex rivale della cancelliera, che in passato era stato messo da parte da lei e che non vede l’ora di prendersi una rivincita. “Abbiamo bisogno di un nuovo inizio e di rinnovamento”, ha dichiarato annunciando la sua decisione.
Il partito è alla ricerca del sostituto
Merz e Spahn sono avversari della linea politica di Merkel e mirano a una svolta a destra della Cdu. Jens Spahn, in particolare, non fa segreto della sua ammirazione per il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che governa con l’estrema destra, e ha criticato apertamente la decisione di Angela Merkel di non chiudere le porte a oltre un milione di richiedenti asilo nel 2015-2016. Un quarto candidato potrebbe farsi avanti presto, il dirigente del Nord Reno-Westfalia, Armin Laschet.
‘Il regno di Merkel finisce’, titolava stamattina la Bild. ‘Finisce l’era Merkel’, scriveva invece la Sueddeutsche Zeitung. E il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble, ex ministro delle Finanze, non ha nascosto i suoi dubbi sulla durata del governo: “La legislatura attuale dovrebbe durare ancora tre anni. Vedremo se sarà effettivamente così”, ha detto a Deutsche Welle. Mentre l’ex ministro degli Esteri Sigmar Gabriel si è spinto oltre, ipotizzando anche una tempistica: secondo lui la Grosse Koalition rischia di cadere in primavera. “Al più tardi dopo le elezioni europee di maggio”, ha detto al settimanale Die Zeit.