Germania, migranti: ancora tensione fra Merkel e il ministro dell’Interno Seehofer

La cancelliera sull'accordo con l'Italia: "Impossibile"

in foto Angela Merkel LaPresse / AFP

BERLINO – Continua a restare in bilico la leadership di Angela Merkel. A far saltare il banco del governo di coalizione potrebbe essere la questione relativa ai migranti, e le diverse vedute fra la cancelliera e il suo ministro dell’Interno Horst Seehofer. Il suo secco ‘no’ all’ultima proposta della Merkel, ha riaperto un conflitto che sembrava essersi quantomeno placato dopo il vertice Ue della scorsa settimana. Sia gli esiti dell’incontro con le altre potenze europee, sia l’idea di trasferire i migranti registrati degli altri paesi negli ‘Anker’, hanno trovato il netto rifiuto del ministro.

Vertice Ue, una misura non ‘equivalente’ alle idee di Seehofer 

L’incontro sul tema migranti sembrava aver avuto esiti positivi per l’Europa. L’accordo raggiunto ha trovato l’ok degli Stati coinvolti, ma un forte ‘no’ da Seehofer. Per il ministro degli Interni tedesco, infatti, i risultati del vertice Ue non sarebbero ‘equivalenti’ alla misura dei respingimenti immediati al confine. Misura che lui stesso vorrebbe eseguire in Germania. Respinta anche la proposta sullo smistamento dei migranti registrati in altri paese negli ‘Anker’ (centri di obbligo di dimora). “La situazione è molto seria” ha spiegato la Merkel dopo le parole di Seehofer “C’è molto in gioco”.

Niente accordo con l’Italia e i paesi dell’Est

“L’Italia vuole prima ottenere una riduzione dei migranti che arrivano in quel Paese” ha spiegato la cancelliera sull’impossibilità di un accordo con Roma. “Hanno l’impressione di essere stati a lungo piantati in asso, ma continueremo a dialogare”. Una giornata calda per Merkel. Ha dovuto rispondere anche ai paesi dell’Est dopo le smentite su eventuali intese sui respingimenti più veloci. “Vi è uno scambio politico, ma non abbiamo raggiunto alcuna intesa. Mi dispiace per gli equivoci”, dice la leader tedesca dopo le prese di posizione da parte di Praga, Vienna e Budapest.

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