Uno strano, stranissimo silenzio quello che avvolge la morte di Virginia Petricciuolo. Per ora si sa solo che la donna era originaria di San Giovanni a Teduccio, che aveva 57 anni e che il suo corpo senza vita è stato stato trovato in avanzato stato di decomposizione in uno dei bungalow di un complesso per le vacanze a Capaccio Paestum, lo scorso 10 novembre. Era madre di tre ragazzi, divorziata, nata a Portici nel settembre del 1966, era cresciuta e viveva nel quartiere della periferia orientale di Napoli.
E si sa che per questo caso si indaga per omicidio, ma nessuno degli investigatori che in queste ore stanno tentando di far luce sulla vicenda sembra aver voglia di parlare. Una circostanza singolare, considerato che negli ultimi mesi in Italia si sono consumati efferati fatti di sangue di cui i telegiornali, la carta stampata e le trasmissioni televisive parlano in continuazione.
Questa la successione di eventi di cui, al momento, c’è certezza: nella mattina del 10 novembre scorso i carabinieri sono intevenuti, su segnalazione di alcune persone del posto, in un residence in località Torre di Mare. Il cadavere di Virginia Petriccuolo giaceva sul pavimento, in camera da letto. Era lì da settimane, forse mesi.
Sono bastate poche ore a capire che si trattava di Virginia Petricciuolo, perché la donna napoletana era scomparsa da qualche tempo. Il corpo non presentava segni evidenti di violenza, ma i militari che hanno effettuato i primi rilievi sul posto hanno notato che sulla tavola nel bungalow c’erano i resti di un pasto consumato da due persone. Per questo è stato aperto un fascicolo per omicidio.
Altro aspetto da chiarire è cosa ci facesse la donna in quella struttura che probabilmente, al momento del suo decesso, era chiusa alla clientela ed era frequentata saltuariamente soltanto dal personale.