Giornata delle Periferie, la mamma di Fortuna Loffredo: “Caivano sta cambiando, ora più lavoro e dignità”

Mimma Guardato: dopo 40 anni uno Stato c’è e sta facendo cose giuste. Garantire un’occupazione regolare e stabile è il prossimo passo per migliorare la vita dei residenti.

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Una ricorrenza importante in un giorno triste. Oggi si celebra per la prima volta la Giornata nazionale delle periferie, nell’undicesimo anniversario dell’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, uccisa da un vicino di casa dopo aver subito abusi. Un episodio emblematico del degrado che si punta a combattere. Sulla realtà di Caivano “Cronache” ha sentito la madre di Fortuna, Mimma Guardato.

Cosa le sembra di questa iniziativa e delle misure decise con il “modello Caivano”?

Finalmente, dopo 40 anni di assenza, uno Stato c’è e sta facendo cose giuste. Speriamo che si possa cambiare la situazione in meglio e che non accada più quel che è successo a mia figlia.

Lei ha lasciato da anni Caivano. Ha mantenuto contatti con i suoi ex concittadini e le sembra che il paese sia cambiato?

Ho conservato amicizie dove abitavo e c’è ancora mio fratello che vive lì con moglie e figlie. Ho cambiato città per i miei figli: non ho pensato a cosa poteva diventare Caivano, li ho guardati negli occhi e non li ho visti come bambini, ma me li sono immaginati come adulti dopo che hanno perso la sorella in quelle circostanze. Ho pensato più al loro futuro che a me stessa: se fossi rimasta a Caivano avrei sentito le campane di una chiesa o quelle di un carcere. Non vivo a Caivano da 6 anni, ma so che sta cambiando in meglio, a cominciare dal Comune, dalle assistenti sociali e dalle istituzioni e spero che continuino ad andare avanti così. Anni fa le istituzioni erano assenti, c’era solo la caserma dei carabinieri che faceva il suo lavoro e si vedeva ogni tanto una pattuglia. Ora si comincia a fare le cose giuste, prima ognuno faceva per se.

Ma cosa si può fare ancora per migliorare la situazione?

Il lavoro, quella è la cosa principale. Ognuno vorrebbe un lavoro regolare con una busta paga, ma purtroppo manca e per portare il cibo a tavola si preferisce vendere frutta o vestiti in strada, ognuno fa quel che può. Spero che un giorno possa arrivare anche quello: il lavoro è dignità, ognuno vorrebbe poter andare al lavoro, tornare a casa e dire a fine mese di avere uno stipendio.

Nei mesi scorsi lei ha fatto notare che il loculo per accogliere i resti di Fortuna non le era stato ancora assegnato. E’ cambiato qualcosa da allora?

Per adesso ancora no, ma qualcosa si asta muovendo. Diciamo che sto risolvendo.

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