In occasione del Giorno del Ricordo, che si celebra ogni anno il 10 febbraio, l’Italia si ferma per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo forzato degli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia nel secondo dopoguerra. Questa giornata rappresenta un momento di riflessione e di memoria collettiva per ricordare uno dei periodi più bui e dolorosi della storia recente italiana.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso il suo pensiero attraverso i social media, ricordando i “Martiri delle Foibe” e gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia. Nel suo messaggio, ha sottolineato il dovere dell’Italia di onorare la memoria di chi è stato vittima di quegli “orrori disumani” e di non dimenticare il dolore di coloro che furono costretti a lasciare le proprie case e la propria terra.
Anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha voluto ricordare l’importanza di questa giornata, sottolineando come il massacro delle foibe e l’esodo Giuliano-Dalmata siano stati per troppo tempo negati e sepolti nella storia. Attraverso il suo messaggio, Renzi ha voluto rendere omaggio a chi fu ucciso e cacciato dalla propria terra dai partigiani titini, sottolineando la colpa attribuita a queste vittime: quella di essere italiani.
Paolo Borchia, eurodeputato e segretario provinciale della Lega Verona, nonché vicesegretario della Liga Veneta, ha espresso il suo rammarico per come, secondo lui, alcuni utilizzino il Giorno del Ricordo come pretesto per esprimere pregiudizi e odio ideologico. Secondo Borchia, è essenziale unire tutti nel ricordo delle ventimila persone brutalmente assassinate nelle foibe, torturate e gettate nelle fosse carsiche, semplicemente per la loro nazionalità italiana. Ha inoltre sottolineato l’obbligo di ricordare questa tragedia, troppo a lungo seppellita e negata, e il dovere di far conoscere alle future generazioni gli eccidi degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia per mano dei partigiani jugoslavi.
Il Giorno del Ricordo è quindi un’occasione per riflettere sulle tragiche conseguenze della guerra e sulle ferite ancora aperte nella storia italiana. È un momento per commemorare coloro che hanno perso la vita in circostanze terribili e per riconoscere il dolore di chi ha dovuto affrontare il dramma dell’esodo. Questa giornata serve a ricordare che la memoria collettiva è fondamentale per costruire un futuro di pace e di comprensione reciproca.