Giorno memoria, Bonaccini: “Fondamentale ricordare i Giusti che si opposero”

"È fondamentale continuare a fare memoria: non smettere mai di portare all'attenzione di tutti, e soprattutto dei giovani, l'enorme tragedia della Shoah e di ricordare le vittime dell'Olocausto".

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse Nella foto: Stefano Bonaccini

BOLOGNA – “È fondamentale continuare a fare memoria: non smettere mai di portare all’attenzione di tutti, e soprattutto dei giovani, l’enorme tragedia della Shoah e di ricordare le vittime dell’Olocausto. Solo ritornando a ciò che avvenne, a causa della follia criminale nazista, alle leggi razziali volute dal regime fascista in Italia, possiamo tenere sempre viva la lezione della storia e non ricadere in un passato tanto buio”. Lo ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, in occasione della presentazione, domani al Museo ebraico di Bologna, del programma in vista del prossimo 27 gennaio, giorno della Memoria, in cui nel 1945 venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz e che ricorda lo sterminio dei cittadini ebrei e di tutti i deportati perseguitati e uccisi durante l’Olocausto. “È altrettanto importante mantenere viva la memoria di chi si oppose a quella follia, schierandosi dalla parte giusta della storia e dell’umanità – ha aggiunto Bonaccini -. Persone che hanno creduto fortemente nei valori di libertà, democrazia ed eguaglianza. I Giusti, appunto, che nel nostro Paese e nella nostra regione hanno permesso il salvataggio di ebrei perseguitati e contribuito a diffondere quei valori nati dalla Resistenza al nazifascismo e sanciti nella Costituzione repubblicana”. A rappresentare il presidente della Regione, l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori. Come ricordato da una nota regionale, le storie dei Giusti dell’Emilia-Romagna saranno raccontate nella mostra “I Giusti in Emilia-Romagna, piccole grandi storie di salvatori e salvati”, curata da Vincenza Maugeri e da Caterina Quareni. L’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni” fu istituita dallo Stato d’Israele dopo la Seconda guerra mondiale per dare riconoscimento al coraggio di chi si oppose al regime.

LaPresse

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