MILANO – Ripartire da quelli giovani. Coloro che più di altri hanno dimostrato di poter contare, e molto, nel prossimo futuro della Nazionale. Nonostante la sconfitta patita contro la Francia, Roberto Mancini può ritenersi soddisfatto dei baby azzurri. Da Chiesa a Caldara, passando per Mandragora e Pellegrini, tutti hanno affrontato con personalità la sfida – seppur amichevole – contro la corazzata transalpina. Dalla quale, ieri come in altre circostanze, vanno tratti preziosi insegnamenti.
Che squadra la Francia dei giovani terribili
I francesi visti ieri si candidano autorevolmente alla vittoria finale al Mondiale. La squadra guidata da Didier Deschamps é imbottita di qualità, fisicità ed esperienza ad altissimi livelli per quanto riguarda le competizioni per club. Il tutto nonostante non ci sia un vero e proprio ‘vecchio’ tra i transalpini. Anzi. Pavard, Hernandez, Tolisso, Dembelé e Mbappé – tanto per citare 5 che sono partiti dal primo minuto – sono nati tutti dal ’94 in poi. Eppure gli ultimi tre hanno un ruolo di primo piano rispettivamente al Bayern Monaco, Barcellona e Psg. Kanté è Griezmann, entrambi 27enni, da 3 anni fanno scintille in Premier League e nella Liga. Una generazione di talenti, quella francese, valorizzata al massimo dai club – di primo livello – nella quale é disseminata.
Serie A, necessario in un invertire la rotta
È proprio nel massimo campionato nazionale che i giovani talenti azzurri vanno non solo ‘allevati’, per poi essere relegati in panchina o mandati a giocare in club che non competono per grandi traguardi. I più forti, quelli che dovranno rilanciare il depresso movimento calcistico italiano, devono essere protagonisti nelle squadre che lottano per i vertici. Donnarumma al Milan, Caldara alla Juventus, Pellegrini alla Roma, Chiesa alla Fiorentina – ma proprio i bianconeri e il Napoli potrebbero strapparlo ai viola e consentirgli di misurarsi sul grande palcoscenico europeo. Portiere, difensore, centrocampista e attaccante. La spina dorsale della formazione azzurra va valorizzata e ‘preparata’ a grandi pressioni e responsabilità. Solo così in Italia, forse, si potranno avere i Dembelé e Mbappé che ieri ci hanno fatti ammattire.