Giovani e soli, boom di richieste di aiuto. In due anni 23.800 accessi ai servizi psicologici dell’Asl

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Giovani sempre più fragili. Nel tondo, il direttore

CASERTA (Anastasia Leonardo) – È difficile trovare le parole quando, nel giro di pochi giorni, due adolescenti compiono gesti così estremi da lasciare senza fiato un intero territorio. A Marcianise una bambina di dodici anni ha perso la vita dopo essersi lanciata dalla scala antincendio della scuola. Ad Aversa, una ragazza di quindici anni si è gettata dal balcone di casa, salvandosi per miracolo. Due gesti improvvisi, due vite nel pieno della fragilità dell’adolescenza, due richieste d’aiuto che arrivano quando ormai il dolore ha superato ogni argine.

È in questo clima di sgomento e smarrimento che l’Asl di Caserta interviene con un appello accorato: non possiamo più permettere che il disagio dei nostri ragazzi resti invisibile. Il fenomeno non è isolato. In Italia oltre 700.000 giovani soffrono di depressione o ansia, secondo la
Società Italiana di Psichiatria. Secondo il rapporto “Generazione Post Pandemia” elaborato da Censis e altre istituzioni, il 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di aver sperimentato ansia e depressione a causa delle conseguenze dirette della pandemia. A livello europeo, poi, l’Unicef stima che 11,2 milioni di bambini e adolescenti fino a 19 anni (circa il 13%) convivano con problemi di salute mentale; tra i giovani dai 15 ai 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Una donazione per aiutare i bambini. L’Istat aggiunge che nel 2022 l’indice di salute mentale, misurato su base nazionale, ha registrato un peggioramento tra le fasce più giovani. Questi numeri mettono in luce quanto sia pervasivo e crescente il disagio psicologico tra i giovani: non si tratta più di casi “sfortunati” o isolati, ma di una vera e propria emergenza che richiede risposte strutturate e immediate.

A Caserta da settembre 2023 è attivo un servizio di psicologia di base su tutto il territorio, con due psicologi per ciascun distretto, operativi durante tutta la settimana. In poco più di due anni il servizio ha erogato 23.800 prestazioni a 4.486 utenti, di cui oltre il 12% nella fascia 0-14 anni. Gli episodi di Aversa e Marcianise sono il sintomo più crudo di un malessere che non può più essere trattato come emergenza episodica, ma come urgenza sistemica: adolescenti che non trovano o non vogliono cercare sostegno, famiglie che non sempre colgono i segnali, scuole che non sono sempre attrezzate a intercettare la sofferenza. Le parole del direttore generale dell’ASL, Antonio Limone
(nella foto), non lasciano spazio a equivoci: “Invitiamo famiglie, insegnanti, educatori e coetanei a rivolgersi senza esitazioni ai distretti sanitari per intercettare tempestivamente i segnali di disagio e avviare percorsi di cura”.

La sanità pubblica, ricorda, non è solo pronta ad accogliere chi soffre, ma ha già costruito una rete concreta, con psicologi presenti in ogni distretto e un servizio che funziona quotidianamente. Ma non basta dire “c’è un servizio”: serve che la comunità partecipi attivamente. Serve che i genitori osino chiedere aiuto, che gli insegnanti guardino i ragazzi negli occhi, che i compagni non ignorino un cambio di umore, un silenzio, un biglietto lasciato su un banco. Il disagio giovanile non è solo una questione individuale, è una questione collettiva: è il tessuto della nostra società che grida aiuto. Chiedere aiuto non deve più essere un tabù, ma un gesto di coraggio. In questa fase così delicata, l’ASL
di Caserta non lancia solo un richiamo formale, ma un vero e proprio invito a costruire una cultura nuova — una cultura dell’ascolto,
della cura, della prevenzione — perché nessun ragazzo resti solo nel suo buio, e perché quei numeri terribili che parlano di metà dei giovani con ansia o depressione smettano di essere statistiche per diventare storie di speranza trasformate.

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