Giro d’Italia, Ackermann centra il bis sotto il diluvio. Dumoulin si arrende e saluta

Intanto sono stati temporaneamente sospesi due corridori in attività, lo sloveno Kristijan Koren e il croato Kristijan Durasek, per il loro coinvolgimento nell'inchiesta Aderlass

Foto Gian Mattia D'Alberto - LaPresse

MILANO – Sotto il diluvio di Terracina Pascal Ackermann centra il bis. E’ quella del tedesco l’azione vincente della quinta tappa del Giro d’Italia, scattata 140 km prima da Frascati: battuti di potenza il colombiano Fernando Gaviria, che ha lanciato una volata lunghissima e il francese Arnaud Demare.

Ackermann re della quinta tappa, Roglic conserva la maglia rosa

Nessuno scossone in classifica generale, dove lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) conserva la maglia rosa di leader della corsa ma la notizia più importante arriva prima della partenza con il ritiro di Tom Dumoulin. L’olandese, uno dei grandi favoriti per il trionfo finale, ha pagato le conseguenze della caduta avvenuta ieri a pochi chilometri dal traguardo di Frascati. Il corridore ha valutato che il dolore al ginocchio non gli consentiva di scattare al via della frazione odierna. “Ho provato stamattina, ma non potevo muovere bene la gamba e non ero in condizione di correre”, ha commentato. Nessun problema per Vincenzo Nibali, arrivato insieme al gruppo.

Il tedesco è in stato di grazia

Giornata invece di gloria per Ackermann (Bora-Hansgrohe), che torna a festeggiare dopo la vittoria a Fucecchio confermando di essere in stato di grazia: “Sono stato fortunato nel seguire Gaviria allo sprint, è stato un finale folle con tanta pioggia”. Il tedesco ha raccontato il retroscena dell’azione vincente: “Ho seguito il mio compagno che è stato bravo ad aprirmi il varco per seguire poi Gaviria”.

Una tappa contrassegnata da difficili condizioni meteo

Sulle difficili condizioni del tempo che in qualche modo lo hanno favorito, vista la possente struttura fisica, Ackermann ha ammesso: “Si è vero sono molto forte e più pesante, ma oggi sono stato anche fortunato. Faceva molto freddo ed è stata una giornata durissima. Oggi ho dovuto fare un doppio sprint. Ai 250 metri dal traguardo ho dovuto frenare ma per fortuna Gaviria, che partiva in quel momento, ha finito per tirarmi la volata. Sentivo – ha proseguito il tedesco – di avere tanta potenza nelle gambe. È stata una tappa difficile, tutto il giorno sotto la pioggia. Sono contento di vestire la Maglia Ciclamino e spero di continuare a vincere in questi colori”.

Delusione per l’azzurro Elia Viviani

Cercava gloria al traguardo Elia Viviani, che non è riuscito a trovare il varco giusto per piazzare lo spunto in volata. “A 1 km dalla fine ci abbiamo provato, la strada era allagata e pensavano che andare davanti fosse la scelta migliore”, ha spiegato l’azzurro. “Invece Ackermann e Gaviria sono arrivati da dietro troppo forte e per un piazzamento era una guerra. Bisogna sempre capire fino a dove è giusto rischiare”. Viviani è poi tornato sul declassamento di due giorni fa: “Prendendo il regolamento alla lettera era giusta la squalifica, non l’ho fatto volontariamente. A detta di tutti i miei avversari non dovevo essere declassato, mi dispiace perché non è mai bello ma bisogna accettarlo”.

Le dichiarazioni di Roglic

Così la maglia rosa Roglic: “Prendere i tempi al primo passaggio sul traguardo è stata una decisione giusta. Cerchiamo sempre di tenerci al sicuro, abbiamo visto ieri quali possono essere le conseguenze di una caduta. L’abbandono di Dumoulin non cambia molto per me. L’unica cosa importante è che il nostro team rimanga concentrato e fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile”. Lo sguardo del leader del Giro si volge a domani, dove “potrei perdere la maglia rosa. Sembra una tappa adatta alle fughe”.

Una tappa ricca di emozioni

A movimentare la tappa di oggi il belga Louis Vervaeke, con un tentativo di fuga ripresa a circa 20 km dal traguardo. La giornata è stata caratterizzata dal maltempo, con pioggia e freddo che hanno accompagnato i corridori lungo tutto il percorso. Per questo motivo gli organizzatori hanno deciso di prendere il tempo per la classifica generale dopo il primo passaggio a Terracina, per evitare eccessivi rischi nel circuito cittadino finale di 9,2 km.

Sospensione temporanea per Koren e Durasek

Ma a movimentare la giornata ciclistica ci hanno pensato anche le decisioni dell’Uci, l’Unione Ciclistica Internazionale: la sospensione temporanea di due corridori in attività, lo sloveno Kristijan Koren e il croato Kristijan Durasek, per il loro coinvolgimento nell’inchiesta Aderlass. Fermati anche Borut Bozic e l’ex corridore Alessandro Petacchi, oggi commentatore. Koren, in forza alla Bahrain-Merida capitanata da Vincenzo Nibali, era tra i partecipanti al Giro. Durasek (Uae Emirates), tra quelli del Giro della California.

Gli sviluppi dell’operazione Aderlass

Bozic, che ha concluso la sua carriera alla fine del 2018, è ds della Bahrain-Merida ma è assente al Giro. L’operazione Aderlass ruota intorno al medico tedesco Mark Schmidt, arrestato il 27 febbraio a Erfurt a margine dei Campionati mondiali di sci nordico a Seefeld, in Austria. Coinvolti 21 atleti di otto nazionalità e cinque diversi sport. Petacchi ha espresso la sua estraneità alla vicenda: “Non ho mai conosciuto quel medico”.

Il messaggio del premier Conte

Tornando alla tappa odierna, a dare il via è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Il Giro d’Italia è un mezzo per far conoscere la nostra Penisola. Non avrei mai pensato di salire un giorno sul podio insieme ai corridori. Un in bocca al lupo a tutti e viva il Giro”. Rivolto ai corridori italiani ha poi aggiunto: “il Paese vi guarda”. Domani è in programma la sesta tappa, la Cassino-San Giovanni Rotondo di 233 km con il punto più a Sud di questo Giro.

(LaPresse)

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