GIUGLIANO – Le elezioni regionali lasciano in città un sapore amaro. Non solo per i candidati rimasti fuori dal Consiglio, ma per un dato che pesa come un macigno: oltre il 60% degli aventi diritto non si è recato alle urne. Un’astensione altissima, tra le più gravi dell’intera provincia di Napoli, che fotografa un sentimento diffuso di sfiducia verso la politica e allo stesso tempo priva la terza città della Campania di un proprio
rappresentante in Regione. Eppure a contendersi i voti c’erano più di dieci candidati giuglianesi, distribuiti nei diversi schieramenti. Nessuno è riuscito a intercettare quel consenso necessario per trasformare il peso elettorale di un territorio enorme – uno dei più popolosi della regione – in un seggio effettivo. Il raffronto con le ultime elezioni comunali, tenutesi pochi mesi fa, dà la misura del distacco: allora il più votato, Francesco Iovinella, superò le 2.400 preferenze, mentre Lu- igi Guarino sfiorò le 1.800.
Oggi, invece, il candidato più votato alle Regionali, Stefano Palma (M5s), si ferma a 1.775 voti. Numeri che confermano quanto un’elezione regionale, già meno sentita, sia ulteriormente penalizzata da un clima diffuso di sfiducia. Il Movimento 5 Stelle si conferma prima forza politica cittadina con 5.999 voti (16,87%), ma il risultato assume i contorni di un’occasione mancata. Nessuno dei due candidati locali, Palma e Pennacchio, è riuscito ad ottenere l’elezione. Eppure, aritmeticamente, la somma delle loro preferenze – 4.856 voti – sarebbe
bastata per superare la candidata eletta Elena Vignati di Casoria (4.774).
Un rimpianto che lo stesso Stefano Palma sintetizza con amarezza: “Credo che la pigrizia dei cittadini o la cosiddetta ‘sfiducia’ nella classe politica che non è altro che una scusa, sia davvero costata cara, perché la terza città in Campania e la seconda nella provincia di Napoli per numero di abitanti non può non avere un esponente in Regione”. Più misurato il commento dell’altro candidato M5a, Antonio Pennacchio, che
invece punta sull’importanza del coinvolgimento civico: “Indipendentemente dal risultato finale, continuo a credere che la partecipazione sia la vera forza della democrazia. Grazie a chi ha scelto di sostenerci e a chi ha contribuito, in qualsiasi forma, a rendere questa esperienza così
significativa”. La delusione più evidente è quella di Fratelli d’Italia, che pure ottiene 4.313 voti in città, ma non compatta il consenso su Emanuele Bifaro, fermo a 1.428 preferenze.
Il candidato non nasconde il rammarico: “Si poteva fare meglio, certamente. E’ mancata l’unità a Giugliano, forse sì. Ma è stata una splendida avventura condivisa con un manipolo di fratelli che hanno dato l’anima. Non avevamo le truppe cammellate, ma ci abbiamo messo tanto cuore”. Tiene invece Forza Italia, che con quasi il 10% dei consensi trova in Giovanni Pirozzi il proprio punto di forza. Pirozzi migliora il risultato ottenuto alle Comunali e commenta così: “Forza Italia ha dimostrato ancora una volta la propria solidità. Ma la politica non può più rimandare il confronto sul distacco con l’elettorato. E’ il momento di offrire soluzioni, non chiacchiere. Questo risultato deve essere un monito: siamo un’area in crescita, ma serve allargare la proposta a realtà giovani e moderate”.
Stabile anche Francesco Mallardo, che replica sostanzialmente il proprio bacino elettorale: alle Comunali ottenne 1.179 voti, alle Regionali ne raccoglie 1.136. Male invece il Partito democratico, che a Giugliano perde quasi 3mila voti rispetto alle comunali, passando da 7.642 a 4.750 preferenze. Una flessione pesante, in parte attribuita all’assenza di candidati locali nelle liste dem, ma anche alla difficoltà del Pd di intercettare un elettorato sempre più disilluso. Alla fine, il dato politico più evidente resta uno: Giugliano, pur essendo un gigante demografico, resta senza rappresentanza regionale.





















