Giulia Cecchettin, le confessioni di Turetta: “Voleva andare avanti senza di me”

I verbali dell'interrogatorio nel carcere di Verona, rivelati da 'Quarto Grado': "L'ho presa per le spalle mentre era a terra, colpendola con 12-13 coltellate"

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Filippo Turetta, accusato della morte della fidanzata, Giulia Cecchettin, racconta il femminicidio della 22enne al pm di Venezia Andrea Petroni, nell’interrogatorio dello scorso 1 dicembre, rivelato nella puntata di ‘Quarto Grado’ andata in onda venerdì 21 giugno.

“Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo. È scesa dalla macchina gridando ‘Sei matto, lasciami in pace’. Ero molto arrabbiato. Prima di uscire anche io ho preso un coltello dalla parte posteriore del sedile del guidatore” le confessioni del ragazzo, ora detenuto nel carcere di Verona.

“L’ho rincorsa, l’ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava: ‘Aiuto’ ed è caduta – prosegue Turetta -. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio. Mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo. L’ho presa per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva, ha sbattuto la testa. L’ho caricata sul sedile posteriore”.

Le fasi concitate di quando l’ex studente di ingegneria le mette dello scotch sulla bocca, il tentativo di Giulia Cecchettin di scappare. Turetta la insegue, la raggiunge. “Le ho dato una decina, dodici, tredici colpi con il coltello – afferma – Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome