GENOVA – Lo aspettavano, lo cercavano. Perchè fuori casa non segnava dall’8 novembre a Bologna, ultimo sorriso prima di un lunghissimo tunnel scuro. Perchè quell’etichetta, mister 70 miliardi, è un fardello pesante da portarsi addosso. Victor Osimhen ha risposto presente. Il suo gol, a Genova, ha chiuso i conti contro la Sampdoria. Velocità, attacco alla profondità, potenza: in tre mosse, l’attaccante nigeriano ha spiegato perchè la scorsa estate il Napoli avesse puntato con tanta decisione su di lui. Un saggio di una qualità tecnica che sinora si era vista col contagocce. Prima l’infortunio alla spalla, a novembre, in Nazionale, poi il Covid e le polemiche per il video di una festa in famiglia senza distanziamento nè mascherine, infine il trauma cranico di Bergamo e una serie di malanni muscolari che non gli hanno mai permesso di essere in forma.
Ecco, se vogliamo Victor Osimhen è realmente a disposizione di Rino Gattuso solo ora. E la differenza, in campo, si vede. Il gol del 2-0 che ha chiuso la sfida ai blucerchiati è il numero cinque in questo campionato. Un gol mai banale come del resto tutti quelli segnati dal nigeriano, tutti gol arrivati su azione con assist proveniente da cinque giocatori diversi. Ieri è stato il turno di Mertens ma nel Napoli che ha ritrovato il passo Champions c’è uno specialista come Piotr Zielinski, che di assist ne ha fornito sette in questo campionato, eguagliando il suo record di passaggi vincenti in una singola stagione di Serie A: sette anche nel 2016/17.
Osimhen, dunque, è la punta di diamante di un Napoli che ha ritrovato il gusto del gioco corale. Non a caso, quella di Gattuso è una delle sole due squadre a vantare ben sei giocatori con almeno cinque gol segnati in questa stagione nei top-5 campionati europei, insieme al Manchester City. Il Napoli ha sei giocatori con almeno cinque gol in questo campionato, nella sua storia in Serie A solo nel 2013/14 ne ha contati di più (sette). E ora che anche Osimhen è tornato a pieno regime, la prospettiva di fare ancora meglio. Cinque gol e cinque vittorie, un’incidenza del 100% sulle sorti della squadra. Gol pesanti, da Champions appunto. E un’intesa con Mertens, il suo alter ego nel ruolo di centravanti, che cresce di partita in partita.
Ranieri sta con Rino: “Che belle le sue squadre”
Rammaricato per alcuni episodi, soddisfatto per la prestazione: Claudio Ranieri mastica amaro dopo la sconfitta col Napoli. “La squadra ha giocato bene, ha dato filo da torcere al Napoli – ha detto il tecnico della Sampdoria – Poi abbiamo tirato il fiato, il Napoli ha preso campo e ha avuto delle occasioni. Nel secondo tempo abbiamo cambiato sistema, ci siamo messi a rombo per non andare in difficoltà. La gara è stata bella, combattuta, difficile. Sapevamo del valore del Napoli come giocatori e di Gattuso come allenatore. Non è un passo indietro dopo San Siro, anzi una conferma. Il Napoli ha giocatori di qualità come Osimhen che allunga sempre la squadra, oltre a tre centrocampisti con i piedi d’oro Io ho fatto i complimenti alla mia squadra, l’importante è lottare sempre e avere voglia di vincere”. Al triplice fischio lungo abbraccio con Gattuso. “Gli ho detto un sacco di cose alla fine. Gli ho fatto i complimenti per come allena la sua squadra – ha spiegato Ranieri – Lo dicevo anche quando allenava il Milan che mi piaceva, quando si diceva che le sue squadre erano solo grinta. Invece non è così. Il Napoli gioca bene, fa sempre costruzione da dietro. Gli ho fatto dei complimenti sinceri”. L’ultimo pensiero è per il futuro: “Sono state scritte tante cose, vediamo. Io voglio arrivare a 52 punti. Se il presidente vuole parlarmi sa dove trovarmi. Non ho fretta”.