ROMA – Governo al capolinea: sfaldatasi la maggioranza di unità nazionale l’esecutivo si è piegato su sé stesso anche se Conte dopo aver dato la spallata decisiva ha sostenuto che il premier “dispone di una maggioranza ampia come mai in questa legislatura”. Ma se le Camere dovessero essere sciolte la data delle elezioni sarebbe quella del 2 ottobre.
Il dato è tratto
Lo scorso sabato pomeriggio l’Ufficio di presidenza del gruppo democratico alla Camera aveva spiegato ai suoi parlamentari che “ormai era andata. Ma quale trattativa, quale verifica – aveva detto un deputato Dem – I grillini non hanno capito che è Draghi a dare la fiducia, non loro. Prepariamoci alle elezioni”. E il ministro degli esteri ed ex grillino ha spiegato: “A questo punto la legislatura è finita e Conte si assumerà la responsabilità di aver fatto cadere il governo e di aver portato il Paese alle urne”
La bufera
In queste ore il premier Mario Draghi, dopo aver dati le dimissioni, è sotto una vera e propria bufera: “sommerso dagli appelli delle cancellerie internazionali, subissato dai documenti di governatori, sindaci, associazioni di categoria, investito dalla petizione popolare organizzata da Renzi”. Secondo il ministro alla Cultura, Davide Franceschini “il premier dopo essere apparso come la vittima di una crisi incredibile, rischi di apparire con l’andare del tempo come un capitano che abbandona la nave, se dovesse confermare le dimissioni”
Il giocattolo rotto
Secondo un ministro del Pd “Conte ha ormai deciso di spaccare. Alimenta la tensione nel Movimento e vuole andare alle elezioni. È un… (bip)”. Ma il suo partito fa di tutto per tenere duro e non far sciogliere le Camere. Mentre secondo il ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti “un governo che non può governare non serve a nessuno”. Una cosa è certa: queste saranno ore decisive per la vita di questo governo.
