ROMA (Loredana Lerose) – Il secondo giro di consultazioni tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le forze politiche per la costituzione del nuovo Governo non ha prodotto l’attesa fumata bianca. La fase di stallo persiste con il susseguirsi di battute al vetriolo tra i diversi leader in campo. Lo scontro più duro resta quello tra Silvio Berlusconi, numero uno di Forza Italia, e Luigi Di Maio, candidato premier per il Movimento 5 Stelle. Nel mezzo, a tentare di mediare, il leghista candidato premier del centrodestra Matteo Salvini. Posto che per il pentastellato è impensabile trattare con il Cavaliere e posto che per quest’ultimo ormai la questione non è più solo politica ma personale, o uno dei due cede o l’attribuzione dell’incarico per comporre il governo slitterà ancora. Eppure il Paese non può permettersi lunghe attese, lo sanno tutti che con la degenerazione della situazione siriana L’Italia non può non avere una guida pronta a indicare la strada da percorrere. La linea che sembra prevalere è quella di restare fedeli all’Alleanza Atlantica, ma questo può voler dire molte cose. Se la Nato chiedesse le basi italiane per gli attacchi in Siria cosa succederebbe? Serve qualcuno deputato a decidere e, a ricordarlo, è stato il reggente del Pd Maurizio Martina, che si è detto preoccupato anche rispetto alle posizioni espresse in merito dal centrodestra e dal M5S. “La nostra preoccupazione è legata anche a certe reazioni che alcune forze, che hanno prevalso il 4 marzo, hanno espresso – ha detto il dem -. Se qualcuno intende cambiare il quadro delle alleanze che l’Italia ha sempre avuto deve dirlo con grande chiarezza”. Ma di chiaro al momento c’è ben poco. In un quadro generale complesso, il presidente Mattarella non ci sta ad allungare i tempi per permettere ai partiti vincitori di ritrovare il buonsenso e smetterla con i veti incrociati. Domani le altre consultazioni, quelle con il presidente emerito Giorgio Napolitano, con il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati di Fi e il presidente della Camera Roberto Fico del M5S. Non è da escludere che il Capo dello Stato affidi a uno dei presidenti della Camere un primo mandato esplorativo, almeno per sondare il terreno e spingere i partiti verso il famoso senso di responsabilità.
Governo: battute al vetriolo allontanano ogni intesa
Mattarella tenta di accelerare i tempi, Martina preoccupato per la crisi siriana