ROMA (LaPresse) – Renato Brunetta commenta in una nota la situazione economica dell’Italia. Scrive il deputato di Forza Italia: “Anche le aste dei titoli di Stato del Tesoro che si sono tenute nella giornata di oggi hanno fatto registrare un netto aumento dei rendimenti di emissione. Aumento che si ripercuoterà negativamente sui portafogli dei contribuenti”.
Brunetta analizza la situazione economica.
Renato Brunetta prevede un consistente aumento dei rendimenti d’asta. Prosegue il deputato: “Lo scorso maggio, appena prima delle forti vendite innescate dalla presentazione del programma economico del governo, i titoli di Stato con scadenza analoga furono assegnati con un rendimento negativo”.
L’intervento di Giovanni Tria.
“Il risultato avrebbe potuto essere molto peggiore, se a calmierare i mercati finanziari non fosse intervenuto il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il quale nella sua intervista di domenica scorsa ha voluto rassicurare gli investitori sul fatto che l’Italia non uscirà dalla moneta unica. E manterrà inoltre gli impegni presi con la Commissione Europea sulla riduzione di deficit e debito pubblico”.
L’incontro di giovedì con la BCE di Draghi.
“E’ inoltre importante considerare che giovedì prossimo si terrà l’importante riunione del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, con il governatore Mario Draghi. Che molto probabilmente darà delle indicazioni precise sulla cessazione definitiva del programma di acquisto di titoli di Stato da parte di Francoforte. Una eventualità che priverebbe l’Italia del famoso paracadute finanziario del quale ha goduto finora e che ha permesso di mantenere bassi i rendimenti sovrani e lo spread”.
L’Italia rischia una fuga di capitali stranieri.
Conclude il deputato: “Se i rendimenti d’emissione dovessero proseguire di questo passo, è scontato che il governo sarà obbligato a rivedere al rialzo la spesa per gli interessi sul debito. Con conseguente aumento del deficit pubblico e, quindi, del debito. Uno scenario che metterebbe l’Italia nuovamente a rischio di una fuga di capitali da parte degli investitori stranieri”.