Roma, 6 lug. (LaPresse) – “Lo scontro sul grande tema della riforma della governance europea si è riproposto questa volta ieri durante la riunione del Comitato Interministeriale per gli Affari Europei, presieduto dal ministro Paolo Savona, quando il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha proposto l’introduzione all’interno delle regole europee di una versione del tutto personale della famosa Golden Rule, la regola per effetto della quale un paese membro dell’Unione Europea può scorporare gli investimenti pubblici dal calcolo del rapporto deficit/Pil. Il ministro Di Maio, che evidentemente non conosce il significato di questa regola, ha pensato bene di proporre lo scorporo anche di tutte le spese sociali per il welfare dal computo del deficit, in aggiunta a quelle per gli investimenti, con l’obiettivo di escludere i costi necessari per introdurre il suo reddito di cittadinanza e la flat tax dal calcolo del deficit. Un modo, questo, per finanziare in deficit l’ambizioso programma economico di Lega e Movimento Cinque Stelle, facendo lievitare ulteriormente la montagna di debito pubblico”. Lo afferma, in una nota, Renato Brunetta, deputato di Forza Italia. “Peccato che una tale proposta non verrà mai accettata dalla Commissione Europea e dall’asse rappresentato dai paesi Nordici, che già non vedono di buon occhio lo scorporo delle sole spese in conto capitale, anche perché ciò richiederebbe una riforma dei trattati europei sulla quale Germania, Francia e molti altri paesi metterebbero il loro diritto di veto. La proposta del ministro Di Maio è quindi propagandistica e inattuabile. Purtroppo per l’Italia servirà soltanto agli investitori stranieri per guadagnare altri soldi dalla vendita dei nostri titoli di Stato, dopo che avranno letto l’ennesima idea strampalata lanciata dal ministro Di Maio”.
ha concluso Brunetta
“Ancora una volta, gli enormi sforzi che il ministro dell’economia Giovanni Tria sta facendo per convincere l’ Europa e i mercati finanziari dell’assoluta volontà dell’Italia di restare nell’euro e di rispettare gli impegni presi con la Commissione Europea per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale entro il 2020, sono stati vanificati dall’ennesima dichiarazione sconsiderata e fuori luogo di un altro membro del governo. Anche i trader a Londra e Wall Street hanno ormai imparato la regola da seguire per guadagnare investendo in titoli di Stato italiani: comprare quando parla il ministro Tria, vendere quando parla un esponente di Lega o Movimento Cinque Stelle”.