ROMA – Adesso “serve stabilità”. Giuseppe Conte lo dice senza mezzi termini, pur di fronte alla platea di Atreju che invece chiede ‘elezioni, elezioni’. “Qualsiasi progetto riformatore ha bisogno di un arco temporale minimo di due-tre anni”, insiste. Il premier vuole che adesso il nuovo Governo si metta al lavoro. Il primo dossier sul tavolo è quello sulla legge di Bilancio: “Siamo partiti a razzo” per trovare le risorse che servono, sottolinea, puntando come obiettivo principale alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva.
Per aiutare le famiglie e puntare su scuola e ricerca, poi, definisce “praticabile” anche l’ipotesi di una tassa su biglietti aerei, bibite gasate e merendine e rilancia l’idea di un ‘green new deal’ per far ripartire il Paese. Il presidente del Consiglio, pur a casa dell’alleata Meloni, continua la guerra a distanza con l’ormai avversario Matteo Salvini. “Chiedete a Orban e Kaczynski in Polonia perché non hanno seguito Salvini, perché sono rimasti nel Ppe. La Lega si è trovata completamente isolata” in Europa, dice. Di più. “Siamo in un sistema politico e culturale sempre più integrato, non è praticabile ragionare come se fossimo isolati”, azzarda, di fronte alla platea sovranista.
Il leader del Carroccio non disdegna lo scontro
“Conte? Ha tradito gli Italiani per salvare la sua poltrona, ha qualcosa del suo passato da nascondere?”, affonda il colpo. Il presidente del Consiglio, però, non accetta di farsi tirare nella mischia, “Non chiedete a me di commentare le parole altrui. Parlatemi di contenuti. Io ho una responsabilità, devo governare”, glissa.
La responsabilità, nel ragionamento di Conte, è nei confronti degli italiani
E’ ai cittadini e solo a loro che il premier, in questa sua nuova esperienza di Governo, vuole rendere conto. Per questo ogni scenario futuro è da costruire lavorando nel presente. Una eventuale candidatura? “Il presente è già tanto sfidante, mettermi qui a pensare al futuro… Francamente è un salto nel buio. Io posso sposare un progetto politico se penso che sia sostenibile. Sento molto l’impegno che si prende di fronte al Paese”, risponde, sottolineando di non aver fatto neanche telefonata al M5S o al Pd per prospettare una disponibilità a proseguire.
Solo dopo aver valutato come sufficienti i presupposti “a livello di coesione” tra Pd e M5S ha accettato il nuovo incarico. “Certo – scherza – la politica non dà certezze, io da avvocato avrei chiesto una fideiussione bancaria”. A complicare il quadro c’è sicuramente la scissione dal Pd di Matteo Renzi. Conte ribadisce che avrebbe preferito sapere prima della nascita dei gruppi di Italia Viva, ma vuole essere fiducioso: “Nessuna rabbia. Non ho motivo di credere che avrà la funzione” di ‘Demolition man’, (come titola oggi l’Economist, ndr). Da lunedì il premier sarà a New York per l’assemblea Onu, mentre in Parlamento le truppe renziane si formalizzeranno. Primo banco di prova, probabilmente, il taglio dei parlamentari. (LaPresse)