Di Dario Borriello
ROMA (LaPresse) – Il governo Conte ha giurato. Ora la strada per la ‘terza Repubblica’ è spianata. Roma accende un sole caldo per salutare il giuramento di un esecutivo tutto nuovo. Nella forma e nella sostanza. Esecutivo che si regge sulla forza d’urto di due realtà politiche antagoniste, ma parallele nel mondo del cosiddetto populismo. Non è un caso, ma una precisa scelta, infatti, che i vicepremier siano i leader del Movimento 5 Stelle e della Lega: l’uno senza l’altro renderebbe la creatura ‘monca’ e debole.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini, due facce della stessa medaglia.
Totalmente differenti nei modi, ma terribilmente simili nella chirurgica determinazione nel puntare un obiettivo. Il segretario del Carroccio sembra sapere già da dove iniziare a cambiare con le sue ricette: sforbiciata ai 5 miliardi per l’accoglienza dei migranti e “diverse altre idee”. Gli occhi saranno puntati soprattutto sul Mef. Il neo ministro dell’Economia, Giovanni Tria assicura: “In Italia non esiste nessuna forza politica che dica di voler uscire dall’euro”. Mentre il titolare dei rapporti con l’Europa, il tanto discusso Paolo Savona avvisa: “Tutti conoscono le mie idee, ora bisogna capire quali sono i limiti” della sua azione al governo.
Al centro di questo incrocio di progetti c’è il professor Giuseppe Conte.
Anzi, il presidente Conte. Perché d’ora in poi le sorti del governo sono sulle spalle, anzi nella sua immagine. Fonti rivelano che il premier si sente con le spalle coperte dell’investitura popolare ricevuta da M5S e Lega alle elezioni. A livello internazionale il suo ‘battesimo del fuoco’ sarà al G7 in Canada del prossimo fine settimana. Lì si presenterà ai capi di Stato e di governo, iniziando a tessere la sua tela di rapprorti bilaterali. Essi sono fondamentali per incidere in Europa (e non solo): perché il titolare di Palazzo Chigi è convinto che sia più l’Ue ad aver bisogno dell’Italia che non viceversa.
Il primo asse da attivare sarà quello con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron
Già la scorsa settimana gli ha telefonato per fargli sapere di essere pronto a collaborare con il suo governo giallo-verde. Il secondo rapporto da stringere sarà con la Germania di Angela Merkel, che non crea particolari timori in Conte, così come pure in Di Maio e (soprattutto) Salvini. Per farsi trovare pronto, il premier è già al lavoro sui dossier internazionali, tanto che è ancora in dubbio la sua partecipazione alla manifestazione indetta dal M5S a Roma. Ci saranno tutti, anche Beppe Grillo e Casaleggio per festeggiare la nascita del ‘governo del cambiamento’ e della ‘terza Repubblica, quella dei cittadini’.
Anche il professor Conte. Sempre se finirà in tempo di studiare i suoi primi documenti da presidente del Consiglio.