ROMA – Dopo dodici mesi di governo si è arrivati a un punto di non ritorno, dove serve una svolta nel bene o nel male. E questo è chiaro, anzi chiarissimo, al premier Giuseppe Conte. La campagna elettorale iniziata più di un mese fa, fatica a concludersi e i toni si sono talmente deteriorati che sarà difficile riportarli alla civile convivenza. L’avvocato degli italiani, costretto in un momento drammatico nella vita dell’esecutivo, ha deciso di richiamare i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, alle loro responsabilità, affinché si salvi il governo e anche l’Italia dalle sabbie mobili.
Si attende il discorso del premier Conte
Il discorso che Conte si appresta a fare lunedì in serata in conferenza stampa, ripercorrerà le cose buone realizzate e proporrà una lista di provvedimenti su cui lavorare. In 11 mesi però, perché man mano che si sono avvicinate le elezioni Europee il lavoro si è arenato, la vita a palazzo Chigi è stata segnata da un continuo rimpallo di responsabilità con toni che hanno bloccato l’operosità messa in campo da quel primo giugno del 2018.
Tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle
Conte chiederà apertamente a Salvini e Di Maio se esiste la volontà, da ambo le parti, di ritrovare quell’armonia che ha guidato i primi mesi di governo, perché sia chiaro non ha nessuna intenzione di rimanere vittima di questo stallo. Il suo è e resta un ruolo di garanzia, ma le garanzie ora le devono dare i due contraenti del contratto. Non è infatti un caso che il presidente del Consiglio abbia scelto di parlare prima del vertice di maggioranza, che ci sarà molto probabilmente venerdì (visti gli impegni di Salvini per i ballottaggi e il viaggio in Vietnam di Conte) e soprattutto a mercati chiusi. Un modo per inchiodare i due leader a una riflessione forzata, a cui poi devono seguire risposte univoche.
La linea del vicepremier Salvini
Il leader leghista però non sembra aver colto questa sfumatura, dal momento in cui ha deciso di riempire la sua agenda di impegni elettorali, in vista dei ballottaggi di domenica. In ambienti leghisti infatti trapela uno schema d’azione abbastanza deciso. È proprio il secondo turno delle amministrative il D-day della Lega, pronta a staccare la spina il giorno dopo. L’agenda di governo per il Capitano va cambiata “servono i sì– ha scandito – altrimenti non si va avanti”. L’alternativa insomma è il ritorno al voto “perché non abbiamo tempo da perdere”.
Focus su Autonomie, Flat Tax e Codice appalti
Gli argomenti messi nel piatto – Autonomie, Flat Tax e lo stop del codice appalti – sono proposte per Di Maio difficili da digerire in un pacchetto unico. Sulla tassa piatta e il regionalismo differenziato certo si può discutere, sedersi attorno a un tavolo e trovare la quadra, filtra dai 5Stelle, ma sul resto no. È per questo che sono in aumento coloro che ad ora scommettono sull’incidente in aula al Senato proprio sul codice appalti. Potrebbe essere questa la risposta della Lega alla richiesta di svolta del premier Conte.
(LaPresse/di Donatella Di Nitto)