MILANO – “Il M5S, che aveva vinto le elezioni ma non era autosufficiente in Parlamento, aveva individuato nell’alleanza col Pd lo sbocco naturale di quell’impasse. Quella prospettiva si era arenata di fronte alla scelta sbagliata del Pd di chiamarsi fuori e di consentire, quindi, che si formasse una maggioranza parlamentare tra M5S e Lega. Quell’alleanza gialloverde era stata un ripiego; il ribaltone politico di cui molti parlano oggi, in realtà, era avvenuto allora. A causa della scelta del Pd, quindi, si è perso un anno e si è consentito che la destra diventasse molto più forte. Oggi le cose saranno forse più difficili e mi rendo conto che c’è voluto coraggio da parte del nuovo leader del Pd. Ma si è imboccata una strada che era naturale fin dall’inizio. Il primo segnale importante è stato dato votando insieme la presidente della Commissione europea”.
Così Massimo D’Alema in un’intervista al Corriere della sera. “Ho letto sull’ultimo numero di Quaderni di Rassegna Sindacale che oltre il 50% degli operai e degli impiegati iscritti al sindacato votano per il M5S. Parliamo di un pezzo significativo del nostro mondo che, non trovandole nella sinistra, ha cercato nel M5S le risposte alle esigenze di giustizia sociale, di lotta alle diseguaglianze e ai privilegi. Mi spiega che cosa c’è di innaturale nel tentare di riannodare quel filo che, per colpa del centrosinistra, si era spezzato?”, aggiunge, “quello che si apre oggi è un processo politico difficile, che ha bisogno di una grande discontinuità non solo rispetto al primo governo Conte. Ma anche rispetto ai governi precedenti” del Pd e di Renzi.
“Il filo con quel pezzo del nostro popolo si era spezzato molto prima che arrivasse la maggioranza gialloverde. Nell’alleanza e nel governo col M5S, oggi, la sinistra deve ritrovare le coordinate che aveva perso. Dobbiamo riuscire a risintonizzare il realismo politico con l’utopia, rimetterci in contatto con quel popolo che avevamo smarrito. E questo vuol dire saper tenere insieme, appunto, l’Europa e la giustizia sociale, un’equa redistribuzione delle risorse e lo sviluppo, la questione ambientale e una globalizzazione più sostenibile. La sinistra non ha saputo prendersi in carico, forse addirittura vedere, il disagio sociale. Questa può essere l’occasione per ritrovare la strada”, rimarca D’Alema.
(LaPresse)