Governo, Garavaglia: “Tria non rischia il posto, ci fidiamo di lui”

"Il decreto risparmiatori è sostanzialmente fatto, mancano dei dettagli ma essendo una questione molto delicata i dettagli sono importanti"

Foto LaPresse - Stefano Porta in foto Massimo Garavaglia

ROMA – Governo, Garavaglia: “Tria non rischia il posto, ci fidiamo di lui”. “Il decreto risparmiatori è sostanzialmente fatto, mancano dei dettagli ma essendo una questione molto delicata i dettagli sono importanti”. Lo dice il viceminsitro del’economia Massimo Garavaglia a Circo Massimo, su Radio Capital. “La sostanza è che c’è un miliardo e mezzo da dare – spiega Garavaglia – 15 volte in più rispetto a quello che c’era con il governo precedente. Riguarderà sicuramente tutti quelli con i redditi più bassi e fino a un certo importo, poi non mi scandalizzerei se si facesse qualche valutazione per chi ha investito mezzo milione di euro”. Il decreto non è stato ancora firmato dal ministro dell’economia, ma Garavaglia assicura: “Tria non rischia il posto, ci fidiamo di lui”.

Si parla di un possibile aumento dell’IVA, ma per Garavaglia “l’obiettivo è non aumentarla, come non è aumentata negli anni scorsi. C’è il problema di queste maxi-clausole che ci trasciniamo, un giorno o l’altro bisognerà trovare una soluzione definitiva”. La soluzione migliore, per il viceministro leghista, “sarebbe sterilizzarle completamente. In un momento di frenata dell’economia un aumento dell’IVA può avere effetti non positivi. Quando sono messe 20 miliardi di clausole, sostanzialmente si è fatto un falso in bilancio che poi si trascina”.

A proposito del codice degli appalti, Garavaglia trova che quello attualmente in vigore sia “una cosa cervellotica che va bene solo per le grandi aziende e taglia fuori il resto del mondo, non funziona”. E al presidente dell’ANAC Cantone, per cui alzare le soglie per l’affidamento diretto aiuterebbe la criminalità organizzata, risponde: “Lo diceva anche Giolitti all’inizio del secolo scorso. Se facciamo così, allora non facciamo più niente. Ognuno deve fare il suo mestiere, la magistratura faccia il suo e le stazioni appaltanti facciano il loro. Se non fai gli appalti, non c’è corruzione ma non si fa niente. Non è una gran soluzione”.

(LaPresse)

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