Francia, il governo chiude le porte in faccia ai gilet gialli: “Per ora nessun confronto, prima si organizzino”

Il vero obiettivo dell'esecutivo è quello di approfittare delle contraddizioni interne allo stesso movimento per scioglierlo. Senza il confronto.

PARIGI – Le tensioni che stanno animando le feroci proteste dei gilet gialli da ormai 10 giorni non si placano. I manifestanti, per nulla intenzionati ad arrestare la propria azione, chiedono di poter confrontarsi con i rappresentanti del governo. Ma dall’altro lato della barricata c’è stata un’apertura solo parziale. Per adesso non ci sarà nessun faccia a faccia. Il dialogo è ancora una chimera e potrebbe restare tale.

I primi ‘scontenti’ all’interno dei gilet gialli e il vero obiettivo del governo francese

Un primo obiettivo, i gilet l’hanno raggiunto. Il Senato ha votato il congelamento del provvedimento che dovrebbe portare al’aumento della tassa sui carburanti. Se ne parlerà all’inizio del nuovo anno. Ma il vero obiettivo del governo è quello di approfittare delle contraddizioni interne allo stesso movimento per scioglierlo. Senza il confronto. Ieri è stata creata la delegazione di 8 persone, presentate come “comunicatori ufficiali” e “messaggeri”. Sono i rappresentanti dei gilet gialli di fronte alle autorità governative e davanti ai media. Ma non di tutti i gilet gialli. Perché tra i contestatori inizia a serpeggiare qualche malumore. Diversità di vedute su metodi e finanche sul senso stesso di una protesta così vibrante.

Il portavoce dell’esecutivo: “Per ora nessun confronto, aperti al dialogo quando si saranno organizzati e non ci saranno contestazioni”

Emmanuel Macron lo sa bene. Non a caso ha aperto ufficialmente al dialogo, sottolineando però come le politiche del governo non cambieranno. Soprattutto perché quello di questi giorni è “uno scenario di guerra”. Una posizione confermata questa mattina dal portavoce dell’esecutivo, Benjamin Griveaux. Quest’ultimo ha ribadito che il governo non riceverà i rappresentanti dei gilet gialli allo stato attuale. E, provando a cavalcare l’onda (comunque minuscola) del malcontento, ha sottolineato che “certi manifestanti contestano la legittimità di queste azioni. Una volta che saranno organizzati e che non ci sarà più contestazione, ho detto ieri che siamo aperti al dialogo e lo saremo”.

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