ROMA – Sulla fase due servono parole chiare e tempi certi. Il pressing di Pd e Italia viva su palazzo Chigi si fa con il passare dei giorni sempre più insistente. “E’ importante dare al più presto tutte le indicazioni. Affinché le imprese, i negozianti e gli esercenti abbiano il giusto preavviso per riaprire in sicurezza – ragiona un dirigente dem – non possiamo immaginare di arrivare al 3 maggio e dire ‘domani riapriamo’, serve tempo per organizzarsi”.
Il lavoro di Governo e task force Colao sulla ripartenza, comunque, va avanti. Giuseppe Conte riunisce i capidelegazione della maggioranza. Dà rassicurazioni sui tempi, ma chiede pazienza e unità. “Le date per le riaperture ci sono e ora stiamo lavorando per stilare le linee guida insieme alle Regioni e ai Comuni”, spiega Francesco Boccia.
Speranza continua a predicare cautela
L’orizzonte resta quello del 4 maggio. Mercoledì il premier e il ministro per gli Affari regionali riuniranno nuovamente la Cabina di Regia con gli enti locali. L’ipotesi è quella di viaggiare su un doppio binario. “Dentro la fase nuova serviranno linee guida nazionali valide in ogni regione del nostro Paese. E chiaramente sarà possibile tenere in considerazione le differenze tra ciascuna singola realtà territoriale”. Annuncia Roberto Speranza che continua a predicare cautela per non vanificare i sacrifici fatti sin qui.
Gradualità e proporzionalità, quindi, lavorando a una nuova normalità. “Per la ‘ripartenza’ delle aziende – insiste Boccia – servirà adottare tutti i dispositivi per la verifica dello stato di salute delle persone, primi su tutti la misurazione della temperatura, il distanziamento, i guanti, le mascherine”. Stessa cosa nei trasporti pubblici locali: “Sugli autobus si entrerà pochi per volta e nelle metropolitane non dovranno esserci assembramenti”. Cambierà, insomma, tutto il modello produttivo con “fasce orarie sfalsate” e “la possibilità di lavorare anche il sabato e la domenica”.
E se Matteo Renzi insiste per chiarire il tema scuole, riportando i ragazzi tra i banchi almeno per gli esami di terza media e la maturità, il M5S predica cautela. “Dobbiamo saper attendere, per poi ripartire con intelligenza. Le opinioni sono sempre legittime ma in questo momento è ancora indispensabile essere prudenti e pazienti”, ribadisce il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi. “Alla base della ripartenza deve esserci la compattezza di tutte le istituzioni coinvolte: dal Governo, insieme al Comitato tecnico scientifico e alla task force, alle Regioni e i Comuni – sottolinea invece Alfonso Bonafede – Ogni divisione rallenterebbe la ripartenza e creerebbe un danno enorme ai cittadini”.
Nadia Pietrafitta (LaPresse)