ROMA – L’esito delle elezioni regionali in Abruzzo può essere un vero e proprio terremoto per l’asse e gli equilibri di governo. Il crollo dei 5 Stelle previsto dai sondaggi nazionali hanno avuto una prima conferma tangibile nelle urne. Quel 20% è più di un campanello d’allarme per Luigi Di Maio. Mentre il 48% del centrodestra con la Lega primo partito e Forza Italia che regge l’urto sono una spina nel fianco del governo Conte. Parlare di crisi di governo è più che prematuro, ma quali possono essere le prime ricadute?
Crollo 5 Stelle, si va verso l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini
Il Movimento 5 Stelle ha perso 20 punti percentuali in pochi mesi. Vero che sono elezioni diverse e comparare politiche e regionali è spesso fuorviante, ma il trend registrato dai sondaggi ha trovato una prima conferma. Le prime ricadute del voto d’Abruzzo potrebbero essere sostanzialmente due. Ritorsioni nei confronti della Lega nella speranza di riconquistare voti ed egemonia e l’apertura di una lotta fratricida tra correnti interne, un redde rationem tra le varie anime a 5 Stelle. La prima ricaduta pratica sul governo sarà, in un caso o nell’altro, il voto sull’ok a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il processo sul caso Diciotti. Un’arma a doppio taglio: se il Movimento voterà contro si dirà che perde consensi perché Di Maio e Co. hanno tradito i principi cardine del partito, viceversa potrebbe sembrare una ritorsione, un vendetta nei confronti della Lega. Ciò che appare certo è che il crollo in Abruzzo (dopo il crollo nelle suppletive alla Camera in Sardegna) daranno fiato alla corrente di Fico e alla rincorsa verso la leadership di Alessandro Di Battista. Entrambe le questioni portano inevitabilmente ad uno scossone nel governo Conte. Staremo a vedere.
Il Centrodestra unito è vincente: Salvini verso il forcing sul Sì-Tav
Il risultato del centrodestra per certi aspetti va oltre ogni immaginazione. La Lega è al 27% in Abruzzo e al 33-35% secondo i sondaggi, ma il dato politico è che Forza Italia ha tenuto botta. L’8-10% permette a Silvio Berlusconi di avere un potere contrattuale pesantissimo e che peserà sul governo come un macigno. Paradossalmente per Matteo Salvini l’incetta di consenso potrebbe essere un problema, a meno che l’obiettivo non sia realmente quello di far crollare il governo prima del voto europeo.In quel caso forzare la mano su Tav e politiche migratorie potrebbe essere una buona scusa per mettere in ulteriore difficoltà i 5 Stelle.
Governo in bilico
Insomma, ad essere in bilico è il governo. Entrambi i partner di governo potrebbero, per motivi diametralmente opposti, essere favorevoli al crollo dell’esecutivo Conte. Salvini non potrà ignorare in eterno il risultato del Centrodestra, soprattutto con Berlusconi e Giorgia Meloni in pressing per andare al voto. Viceversa i 5 Stelle potrebbero essere favorevoli ad allontanarsi dall’asse gialloverde che li ha portati a disperdere un patrimonio di consensi in soli 6 mesi. La partita è aperta.